martedì 24 Dicembre 2024
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Altromercato a RhoFiera: “Caffè equo solidale non deve costare di più in una filiera sostenibile: ecco come ci riusciamo”

Il Sales Manager Normal Trade:"I clienti già fidelizzati ai prodotti Altromercato attendevano sicuramente di poter contare sulla stessa offerta anche nelle vending machine dei propri uffici e nei negozi. Il mondo della distribuzione automatica fino ad oggi ha puntato molto sulla presenza sul mercato, legato spesso a dinamiche di prezzo e nell’offerta di un prodotto caratterizzato dall’economicità: è ora di proporre un’opzione diversa. Molte aziende stanno andando sulla stessa nostra direzione”

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MILANO – Venditalia, la fiera internazionale che sta animando i due padiglioni di RhoFiera Milano dal 15 al 18 maggio, rappresenta una vetrina in cui la distribuzione automatica può mostrare tutto il suo potenziale e non soltanto in termini di innovazione tecnica, ma anche inserendo modi di consumo più eco sostenibili: ne è la prova l’ingresso in questo canale per la prima volta di Altromercato.

Per raccontare questo passo importante, la parola direttamente a Luca Sarnacchiaro Sales Manager Normal Trade, che mostra il funzionamento della vending machine, propone un espresso 100% Robusta servito in bicchieri per il momento di carta e che verranno sostituiti con il PLA.

Altromercato entra nel vending: perché proprio ora? Il mercato è pronto alla distribuzione automatica etica?

“Noi scommettiamo di sì. Siamo fiduciosi e crediamo che ci sia un’attenzione molto più alta rispetto al passato sui temi che a noi stanno a cuore da sempre, ovvero la sostenibilità sociale e ambientale. Sono tante le aziende più ricettive e i consumatori che ci seguono da 35 anni confermano ciò che abbiamo visto, cioè una sempre più maggiore sensibilità su questi temi.

È chiaro che parliamo di un utente che cerca oltre a un buon prodotto, qualcosa che abbia una storia alle spalle fatta di valori, di trasparenza, di rispetto dell’ambiente e di chi l’ha creato.

I clienti già fidelizzati ai prodotti Altromercato attendevano sicuramente di poter contare sulla stessa offerta anche nelle vending machine dei propri uffici e nei negozi. Il mondo della distribuzione automatica fino ad oggi ha puntato molto sulla presenza sul mercato, legato spesso a dinamiche di prezzo e nell’offerta di un prodotto caratterizzato dall’economicità: è ora di proporre un’opzione diversa.

Molte aziende stanno andando sulla stessa nostra direzione”.

Quindi parlando di prezzo, quanto costa l’espresso di Altromercato che deve sostenere una filiera economicamente sostenibile?

Nello stand Altromercato

“Il nostro espresso alla fonte costa molto di più, proprio perché rispettiamo i farmer e le cooperative che realizzano il prodotto. La sfida che stiamo affrontando è di partire con un prezzo paragonabile al caffè tradizionale, contenendo al massimo i margini intermedi che sono lungo la filiera.

Così anche il caffè del vending Altromercato costa 50 centesimi: ci siamo riusciti garantendo ai fornitori un prezzo equo e riconosciuto nel tempo che non risente delle oscillazioni di mercato o delle speculazioni della Borsa. Lavoriamo con i nostri produttori, in particolare per il vending, dall’India per offrire due miscele: la prima 100% Robusta e l’altra 90% Robusta e 10% Arabica. Il nostro partner indiano ci garantisce l’approvvigionamento di una materia prima di qualità.

Lavoriamo con dei margini che non sono da realtà profit, ma sono giusti così come da sempre si caratterizza il lavoro di Altromercato che tiene conto delle esigenze di consumatore e produttore. Siamo convinti che il caffè equo solidale non debba costare per forza di più, ma che sia sufficiente saper riequilibrare all’interno del prezzo quelli che sono i vari soggetti in gioco.

Ora le macchine vending hanno sempre di più la possibilità di avere la doppia campana così siamo in grado di macinare sul momento entrambe le miscele. Per i gestori è più semplice avere un caffè di primo prezzo di un certo tipo e poi affiancare il caffè equo solidale.”

Non avete avuto problemi con l’approvvigionamento della Robusta?

“Abbiamo affrontato i problemi che tutti i player del caffè stanno vivendo nei trasporti. Abbiamo la fortuna di avere contatti stabili e duraturi nel tempo e così come noi garantiamo condizioni favorevoli ai produttori, così loro ci danno una certa sicurezza sulla fornitura.

È chiaro che sono tempi complicati e se queste condizioni perdureranno anche per noi il costo della materia prima diventerà un tema da affrontare diversamente. Per ora riusciamo a garantire un listino stabile. Molto più complesso il discorso attorno al cacao.”

A proposito: tè e cacao Altromercato, che ci racconta?

“Sul tè non abbiamo grosse variazioni di mercato e di prezzo. Per il vending abbiamo soltanto un preparato a base di tè equo solidale e di zucchero macinato nelle macchine, sempre di Altromercato.

Per quanto riguarda il cacao, il discorso si complica: stiamo assistendo a delle valutazioni di prezzo alla base che sono impegnative e che incidono sui nostri snack, ma è vero anche che la grammatura di cacao al loro interno è abbastanza ridotta e questo ci permette di controbilanciare la criticità.

Anche in questo caso abbiamo portato avanti un grosso lavoro di studio sul mondo del vending: prima i nostri snack erano pensati soprattutto per il retail e le botteghe bio. Entrando in questo canale abbiamo avuto bisogno di trovare formati e prezzi più in linea con il mercato. Per ora abbiamo soltanto una linea di snack dolci e poi creeremo un’alternativa salata.”

Com’è la rete di distribuzione, quanti distributori e dislocati dove?

“Ci appoggiamo su diverse collaborazioni con società che si occupano del servizio. Abbiamo micro partnership con i maggiori player del vending, ma siamo ancora ad uno stadio embrionale. Per Altromercato ora il vending rappresenta appena lo 0,5% del fatturato.

È un processo che stiamo avviando da poco. I nostri prodotti nel vending sono più presenti nel Nord Italia.

Attualmente stiamo dando il via ad un altro progetto con la cooperativa Raggio Verde nel biellese: sono soci di Altromercato e si occupano anche dell’installazione, della messa in servizio, del refill delle macchine.

Questa sarà la prossima fase: Altromercato vuole costruire una filiera che arrivi al consumatore finale. è una scommessa piano piano da vincere, collaborando con aziende produttrici di macchine e poi con chi sul territorio si occupa del servizio finale. Possiamo posizionarci non soltanto come fornitori ma anche come partner di acquisto delle macchine e per la loro messa in attività. Chiaramente chi lavora in questo mondo ha l’esigenza di capitalizzazione delle macchine che sono apparecchiature che hanno un costo parecchio elevato.

Siamo ancora ad una prima sperimentazione. Il mondo del vending sta ora passando dall’analogico al digitale. Per chi come noi ha tanto da raccontare siamo convinti che questo aspetto sia utile: che si tratti di un video che parte mentre si eroga il caffè, ai pagamenti digitali tra app e contactless, si può rimandare al racconto del lavoro che facciamo come Altromercato.”

Avete puntato degli spazi in particolare?

“Sicuramente il target a quale Altromercato sta puntando è giovane e su questo stiamo cercando di svecchiare l’immagine del nostro brand che è molto legato alle botteghe. Crediamo che ci sia un racconto che può interessare le nuove generazioni anche dal punto di vista dell’attenzione verso l’ambiente che ora è sempre più forte.

Un po’ più difficile far passare il messaggio sulle filiere sfruttate nel sud del mondo, ma la fascia tra i 35-45 anni è di nostro interesse: per cui puntiamo le scuole, le palestre, i luoghi di aggregazione frequentate da questi utenti.”

CIMBALI M2

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