Il presidente di Altromercato si espone sul tema della sostenibilità e di come viene affrontato dall’organizzazione. Viene discusso anche l’export dei prodotti (il valore a bilancio a giugno 2022 era pari a 2,1 milioni di euro) e cresce l’attenzione attorno alle filiere agroalimentari del made in Italy equo-solidale. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Borsa Italiana.
La strategia di Altromercato
MILANO – “Negli ultimi 3 anni – spiega il presidente di Altromercato – il segmento della fornitura di materie prime alimentari per l’industria alimentare italiana più sensibile al tema Esg ha avuto una crescita media del 20% annuo, portando il nostro giro d’affari a circa 10 milioni di euro e le prospettive sono molto positive: realtà come Loacker, Ferrero, Esselunga, Germinal – Mangiar Sano e altre ancora hanno preso molto seriamente la logica della sostenibilità e hanno deciso di affrontarla a partire dall’inizio della filiera”.
Il presidente continua: “In questo senso la nostra professionalità, la nostra filiera e la nostra storia sono un vantaggio competitivo molto forte che ci permette, in prospettiva, di incrementare ulteriormente l’impatto del nostro modello sul mondo agricolo di interi continenti come il Sud America e l’Africa”.
Altromercato lavora anche all’export dei propri prodotti (il valore a bilancio a giugno 2022 era pari a 2,1 milioni di euro) e cresce l’attenzione attorno alle filiere agroalimentari del Made in Italy equo-solidale.
“Vendiamo in Spagna, Francia Olanda e Corea del Sud le materie prime come cacao, caffè, tè e zucchero di canna ma è in forte crescita anche il nostro ‘solidale italiano Altromercato’ – aggiunge Franceschini. – Nella filiera del pomodoro ad esempio il mito del made in Italy rimane ma è offuscato dalle innumerevoli storie di sfruttamento che fanno il giro del mondo. In questo senso i prodotti della nostra linea Tomato Revolution nati per combattere il lavoro nero, lo sfruttamento e la violenza dai nostri campi, stanno facendo ottimi risultati e le prospettive sono positive”.
I canali tradizionali legati alla rete commerciale dei 224 punti vendita di proprietà tengono, ma si registrano flessioni nella Gdo e nelle catene specializzate nel Bio. Nel frattempo la cooperativa guarda a nuovi partner per la crescita dell’e-commerce.
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