domenica 22 Dicembre 2024
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Altroconsumo chiede una regolamentazione più severa sulle informazioni green in etichetta: l’84% degli italiani le vorrebbe su tutti i prodotti

Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo: “I consumatori domandano informazioni ambientali affidabili per passare a uno stile di vita più sostenibile ma non deve essere un loro compito distinguere le dichiarazioni affidabili da quelle ingannevoli. Le nuove regole in preparazione con la direttiva “green claim” sono un passo in avanti importante e decisamente ben venuto. Auspichiamo, quindi,  che la UE adotti presto la "Direttiva sulle indicazioni verdi"  introducendo una solida pre-approvazione dei loghi ambientali che lasci al contempo spazio sufficiente per l’esistenza di etichette indipendenti affidabili: i programmi di test  e le iniziative di valutazione delle performance complessive dei prodotti (incluse quelle ambientali) promosse dalle associazioni di consumatori hanno permesso al mercato di evolvere positivamente garantendo più competitività tra i produttori e una migliore scelta informata dei consumatori. Sono strumenti la cui efficacia e disponibilità va preservata e continuata nel tempo”

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MILANO – Altroconsumo ha realizzato un’indagine promossa dal Beuc, l’organizzazione dei consumatori europei di cui è parte, intervistando 1.028 cittadini sul tema del greenwashing dei loghi e slogan che vantano la presunta sostenibilità dei prodotti. Dall’indagine emerge che il 92% degli intervistati cerca le informazioni ambientali in etichetta e il 35% lo fa spesso o molto spesso.

Ben l’86% viene influenzato da queste dichiarazioni nei propri acquisti, il 58% afferma di esserlo in parte e il 28% molto.

Non solo, l’84% pensa che tutti i prodotti dovrebbero indicare qual è il loro impatto ambientale e il 59% preferisce acquistare un prodotto con un’etichetta ambientale rispetto a uno senza.

L’indagine di Altroconsumo

I consumatori non si fidano molto, però, dei loghi che trovano in etichetta, anche perché non sempre sanno cosa significano e se sono attendibili.

Spesso si tratta infatti di certificazioni volontarie, ma a volte sono semplici autodichiarazioni non controllate da enti terzi.

Il 42% degli intervistati ritiene che le dichiarazioni ambientali non riflettano il reale impatto dei prodotti, mentre il 23% dichiara di aver avuto l’impressione di “greenwashing” nel leggerle.

Il 48% smetterebbe di comprare da un brand se si rendesse conto che questo mostra informazioni false o non verificate sulla sostenibilità, mentre il 31% si sentirebbe manipolato. Emerge in generale la necessità di maggiore chiarezza e semplificazione (49%).

“I consumatori domandano informazioni ambientali affidabili per passare a uno stile di vita più sostenibile ma non deve essere un loro compito distinguere le dichiarazioni affidabili da quelle ingannevoli“ dichiara Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo.

“Le nuove regole in preparazione con la direttiva “green claim” sono un passo in avanti importante e decisamente ben venuto, – prosegue Federico Cavallo – “Auspichiamo, quindi,  che la UE adotti presto la “Direttiva sulle indicazioni verdi”  introducendo una solida pre-approvazione dei loghi ambientali che lasci al contempo spazio sufficiente per l’esistenza di etichette indipendenti affidabili: i programmi di test  e le iniziative di valutazione delle performance complessive dei prodotti (incluse quelle ambientali) promosse dalle associazioni di consumatori hanno permesso al mercato di evolvere positivamente garantendo più competitività tra i produttori e una migliore scelta informata dei consumatori. Sono strumenti la cui efficacia e disponibilità va preservata e continuata nel tempo”.

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