MILANO – Il settore del caffè si mobilita in Guatemala, dove i produttori stanno attuando interventi di potatura su un totale di 18mila ettari di piantagioni nell’ambito del programma di emergenza per la lotta e il controllo della roya. “Si tratta di interventi con i quali stiamo cercando di stabilizzare il raccolto 2013/14 sugli stessi livelli di quello attuale, attorno ai 3,1 milioni di sacchi da 60 kg” ha dichiarato Nils Leporowski, presidente dell’Associazione nazionale del caffè del Guatemala (Anacafé), entità di cui fanno parte oltre 90mila produttori.
Roya: una minaccia concreta
La potatura favorisce l’arieggiamento della pianta e, di conseguenza, il rapido asciugamento del lembo fogliare durante i periodi di infezione. Il bilancio dell’epidemia rischia di essere sin da quest’anno molto pesante.
Secondo Leporowski il fungo della roya potrebbe costare 340 milioni di dollari in termini di mancati guadagni, ai quali va aggiunta la perdita di 72mila impieghi diretti nel bracciantato agricolo. Anacafé sta promuovendo attività formative e di sensibilizzazione, grazie alle quali oltre 20mila produttori hanno avuto la possibilità di aggiornarsi sui trattamenti preventivi e sulle tecniche agronomiche.
Distribuiti inoltre 18mila litri di fungicidi, per la prima applicazione sulle piantagioni
Le autorità hanno disposto un costante monitoraggio fitosanitario delle aree interessate dalla piaga, la cui virulenza è accentuata dagli eccessi climatici. L’intervento risolutivo sarà il rinnovo con varietà resistenti: un’operazione su larga scala che richiederà – come già spiegato su queste colonne – tempi lunghi e comporterà fermi produttivi sopportabili per gli agricoltori soltanto se potranno contare su adeguati interventi pubblici di sostegno. Anacafé ha già acquistato 8,5 milioni di piantine, con le quali cominceranno a essere rinnovati 1.900 ettari di piantagioni in 118 località del paese.