domenica 22 Dicembre 2024
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L’IDEA – Alla Coop anche il tè può essere solidale

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MILANO – Il tè Coop è diventato Solidal e Coop è la prima insegna in Italia ad avere convertito una propria linea da filiera convenzionale a filiera certificata Fairtrade e biologica. A beneficiare di questo commercio equo e solidale circa 1200 lavoratori in India del Sud, in gran parte donne.

Negli scaffali arrivano sette tipologie di tè (verde, earl grey, english breakfast, nero deteinato, verde deteinato, alla pesca e al limone) tutte provenienti dalla zona dei monti Nilgiri, nell’India del sud, dichiarati parco nazionale dal governo indiano; si tratta di tè d’alta montagna e che vengono coltivati a più di 2000 metri di altitudine.

L’altitudine è infatti un pregio: rallenta la crescita della pianta e permette quindi di attrarre maggiormente gli aromi che poi caratterizzeranno l’infusione. Inoltre, il micro clima tipico dei monti Nilgiri, che alterna pioggia, freddo e nebbia a raggi di sole, aumenta la percezione fruttata e floreale dell’infuso.

“Con la nuova linea tè Solidal intendiamo rafforzare un modello sostenibile e cooperativo di fare impresa e dimostrare che c’è un modo per superare i confini dello sviluppo, accorciando le distanze tra chi acquista e chi produce – sottolinea Vladimiro Adelmi, responsabile della linea Solidal Coop -Contiamo di trovare alleati i nostri soci e consumatori”.

Come in tutti i progetti Solidal, dietro il prodotto c’è una bella storia da raccontare che questa volta ha come protagonista una comunità in larga parte femminile e le sue famiglie, le scuole, i bambini. La maggioranza dei 1200 lavoratori impiegati nella compagnia United Nilgiri Tea Estates sono infatti donne che vivono nei villaggi interni alle tenute.

Con la porzione dei ricavi ottenuti in virtù dell’adesione a Fairtrade si garantisce in prima istanza l’educazione per i bambini compreso l’acquisto di autobus per portarli a scuola: più del 60% degli iscritti sono bambine e ragazze ed è un record positivo in una situazione sociale molto difficile dove l’emancipazione della donna è ancora un’eccezione.

Inoltre i proventi del commercio equo e solidale garantiscono l’assistenza sociale per i dipendenti, oltre a interventi migliorativi nelle abitazioni e nell’ospedale che dispone di un laboratorio e di 70 posti letto a vantaggio non solo dei dipendenti, ma di tutti gli abitanti della zona che qui possono sottoporsi alle analisi di base.

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