MILANO – Una nutrizionista funzionale, da New York, ha lanciato una notizia bomba sugli effetti della caffeina. La nota professionista, che si chiama Alisa Vitti, da giovanissima soffre di ovaio policistico.
Una patologia che l’ha spinta a studiare ogni alimento dal punto di vista delle sue ricadute sulla produzione e circolazione ormonale.
Quella che segue è l’opinione di Vitti. Per ora soltanto la sua. Non sostenuta al momento da altre evidenze scientifiche. Da indagini approfondite e non limitate all’esperienza personale. Che è soggettiva e che può sempre trarre in inganno.
Il dibattito è aperto. Di sicuro altri specialisti interverranno sul tema per chiarire meglio. E precisare, dati alla mano, quanto sostiene qui Vitti con grande decisione. Ma, ripetiamo, è la sua opinione.
E in ogni caso un buon caffè decaffeinato non provocherebbe alcun problema. Se il problema è la caffeina.
Naturalmente per dovere di cronaca, per offrire ai nostri lettori documentazione su quello che si dice a proposito del caffè, riportiamo l’articolo relativo alle opinioni di Vitti.
Alisa Vitti: cosa svela sul caffè e l’organismo femminile
La nuova verità colpisce proprio uno degli assiomi più cari ai coffee addected. Ovvero, il fatto che la bevanta sia fonte di energia.
Un punto fermo che però è demolito da Alisa Vitti. La nutrizionista, possiede una compagnia chiamata FloLiving. Assieme ad un’app, MyFlo, che aiuta a monitorare il ciclo mestruale e a gestirlo al meglio.
Nel senso che insegna come trarre il massimo del proprio rendimento dalle varie fasi.
Ma torniamo al caffè. Cosa c’entra con ormoni e ciclo mestruale?
Alisa Vitti non beve una goccia di caffè. Così come evita soft drink che contengano caffeina, da circa 20 anni.
Questo, dice lei, perché “la caffeina già da sola inibisce il corretto assorbimento di magnesio e vitamina B. La carenza di questi due nutrienti può provocare disfunzioni ormonali”.
Secondo Alisa Vitti, provando a non assumere caffeina da alcuna fonte, già dopo un mese si cominciano a percepire i benefici già dal ciclo mestruale successivo.
Ovvero, meno dolori, meno sindrome premestruale e maggiore energia.
Alcuni aspetti positivi generali
La nutrizionista aggiunge anche che, un’alimentazione che supporta la corretta e bilanciata produzione di ormoni, caffeina a parte, aiuta a vivere molto meglio.
Questa non comprende alimenti che inneschino dipendenza, quindi anche lo zucchero.
“Lo so”, dice lei, “chiedere di rinunciare a caffè e zucchero è un supplizio, circondati come siamo da bar e Starbucks che servono entrambi in deliziosa combinazione”.
Ma provare per qualche settimana non è un gran sacrificio. Poi, se non funziona, niente è per sempre.