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venerdì 22 Novembre 2024
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Alimentazione: lo zucchero si nasconde in cibi insospettabili

La nutrizionista ci svela come capire quanto dolcificante è realmente presente in un prodotto

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  • Dalla Corte
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MILANO – Condireste il vostro piatto di pasta o il vostro panino con diversi cucchiai di zucchero? Credo proprio di no! In realtà, è quello che fate inconsapevolmente tutti i giorni. Sono ben note le funzioni svolte dallo zucchero nel nostro organismo come, ad esempio, quella di fornire energia al corpo, in particolare al cervello. Il problema nasce dal suo eccessivo consumo, soprattutto quello inconsapevole.

Quando pensiamo allo zucchero, la prima immagine che ci viene in mente è quello che usiamo per dolcificare un caffè o preparare un dolce.

Zucchero: cosa dice l’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione)

L’apporto giornaliero di zuccheri non dovrebbe superare il 10-15% dell’apporto calorico totale. Questa percentuale viene decisamente oltrepassata, infatti, è stato calcolato che un italiano consuma giornalmente in media 90-100g di zucchero semplice, aumentando così il rischio di sovrappeso, obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Ci sembrerà una cosa assurda, ma se osserviamo la composizione degli alimenti che portiamo giornalmente a tavola, la quantità di zucchero semplice che assumiamo, soprattutto indiretto, è decisamente elevata.

Gli alimenti insospettabili

Per esempio, con una bibita gasata dolce assumiamo la media di 6 cucchiaini di zucchero, uno yogurt magro ne contiene circa 4 cucchiaini, mentre, un cucchiaio di ketchup ne contiene un cucchiaino.

Ma non sono gli unici cibi che contengono zucchero “nascosto”, fra gli alimenti insospettabili vi sono anche le conserve di pomodoro, i salumi come il prosciutto cotto e la mortadella, tutti i tipi di wurstel, i cereali per la prima colazione, l’aceto balsamico, i sughi pronti, le impanature degli alimenti confezionati, la senape light, la maionese, il pane confezionato.

Ne sono ricchi anche le zuppe, i minestroni, i contorni surgelati, proprio perché lo zucchero, oltre ad essere usato per dolcificare, svolge la funzione di addensante.

Non solo lo zucchero è da cercare nelle etichette

Non necessariamente troviamo nell’elenco degli ingredienti la classica dicitura, possiamo trovare anche nomi di altre sostanze che vengono usate per dolcificare l’alimento, per esempio saccarosio, di canna, invertito, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio.

Sono sovente utilizzati anche il fruttosio (lo zucchero ricavato dalla frutta), glucosio, lattosio (zucchero ricavato dal latte).

Ulteriore alternative usate sono maltosio, destrine, sciroppo di amido con fruttosio, maltodestrine, mannitolo, sciroppo di malto, succo zuccherato disidratato, succo zuccherato evaporato.

Tra i dolcificanti naturali, vengono anche usati: miele, succo di frutta concentrato, melassa, zucchero d’uva, succo di mele concentrato, sciroppo d’acero, sciroppo di riso, sciroppo di sorgo, succo d’agave, manna.

La soluzione al problema

Una soluzione al nostro problema potrebbe essere quella di ricorrere ai sostituti artificiali dello zucchero come la saccarina, i ciclamati, l’acesulfame e l’aspartame; in realtà, potrebbero peggiorare la situazione.

Queste sostanze possiedono un potere dolcificante da 30 a 500 volte superiore a quello dello zucchero bianco, fornendo poche calorie, ma il loro uso abitudinario ed eccessivo può influire sulla nostra percezione del sapore dolce, abituando il nostro palato ad apprezzare cibi che forniscono un alto senso di gusto zuccherato.

Così gli alimenti “senza zuccheri aggiunti” come i succhi di frutta possono erroneamente portarci a pensare che siano privi di zucchero, in realtà, possiedono un contenuto di circa il 10% di zuccheri della frutta, come il fruttosio e/o saccarosio.

Il consumo, in genere, dei prodotti light fa nascere il falso mito di un consumo libero, che ci porta ad assumere una quantità decisamente superiore al nostro reale fabbisogno.

Soprattutto i diabetici dovrebbero stare attenti al consumo di questi alimenti e dovrebbero anzi, nonostante le diciture sulle confezioni, considerare questi alimenti nel conteggio glucidico giornaliero.

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