RIMINI – Abbiamo intervistato il campione italiano brewing Alessandro Galtieri. Ecco le impressioni dopo la vittoria conquistata al Sigep. Ma, nell’emozione generale, si pensa anche già al futuro. Una cosa è certa: gli ostacoli ci sono, ma la stoffa del campione si fa sentire.
Alessandro Galtieri in gara anche contro la sfortuna
“E’ andata bene, sono molto soddisfatto. E’ stata una conferma di un’ipotesi di una gara che avevo preparato per il mondiale. A Sigep l’ho ripresentata, forte delle schede di valutazione dei giudici al mondiale: uno strumento unico per chi vuole veramente migliorarsi. Al mondiale di Belo Horizonte, non ho potuto esprimermi al meglio, ho avuto una piccola sfortuna tecnica sull’elettricità, che oggi a Rimini si è ripresentata per fortuna prima della gara: la linea elettrica di alimentazione dei kettle era spenta e ho chiesto di ripristinare la corrente un attimo prima di iniziare la mia routine…. c’è mancato poco anche stavolta!”
Il brewing può sembrare un’attività po’ banale: versare l’acqua sulla polvere del caffè
“Il buon caffè non capita mai per caso. Quindi non è una faccenda banale, così come ogni tipo di estrazione. Preparare il caffè è creare un’armonia tra tanti fattori antagonisti per ottenere il meglio dal prodotto. Questo metodo di estrazione è molto raffinato e consente un controllo completo in ogni aspetto, temperatura, quantità di acqua e polvere, tipologia di caffè, durata. Lo amo per questo, sono molto tecnico e trovo grande soddisfazione.”
Il brewing sta diventando un altro tipo di offerta in alcuni bar
“Assolutamente. E’ una proposta che mancava, un momento di consumo nuovo. Che sicuramente però non può esser inserito all’interno di un bar tradizionale preso nel massimo del servizio, occorre progettare l’inserimento, creare una postazione e avere i caffè e l’acqua ideale per l’estrazione, oltre che un barista preparato.
Questo metodo permette di consumare il caffè in un modo elegante e culturalmente evoluto. E’ anche un modo per attrarre chi vuole invitare un amico: chi offre una cosa così particolare e innovativa, attira le persone che desiderano stupire il prossimo con i raffinati profumi di una bevanda da gustare con calma. E’ una scelta vincente per i locali che lo propongono.”
Lo stesso caffè, seppur macinato in modo diverso, estratto brewing e espresso, è lo stesso?
Qual è la differenza?
“Il caffè è una materia prima che può essere estratta in tutti i modi. Come il mondo del vino, dell’olio e dei formaggi, esistono delle opportunità per ottenere dei determinati risultati. E’ chiaro che non tutti i caffè li utilizzerei indistintamente per tutti i metodi.
Per il brewing e il pour over manuale, cerco un caffè Specialty, con grande personalità, struttura, caratteristiche organolettiche di pregio per cultivar e lavorazione. Un prodotto con uno spessore e una storia rispetto alla produzione, i coltivatori e il terroir che lo caratterizza.”
Torniamo alla gara: di nuovo c’è un mondiale, Boston, alle porte
“Stiamo già cercando di organizzarci. Effettivamente Boston è una sfida nella sfida a causa dei tempi risicati e i costi elevati. Boston è una città molto costosa, così come i caffè usati per le competizioni. La location è un poco complicata dal fatto che negli stessi giorni si svolge la maratona di Boston, quindi la città è già fully booked. Gli stessi premi sono stati fissati su cifre importanti a causa di ciò.”
Negli Stati Uniti, quali gli obiettivi? E i problemi tecnici?
“Problemi tecnici di sicuro perché negli Usa hanno 110 volt e 60 Hertz. Quindi comunque è un altro problema che dovrò risolvere, e dovrò avere certezze. Devo valutare bene l’opportunità di acquistare attrezzature con voltaggio a 110 volt se necessario.
L’obiettivo è quello che mi prefiggo ogni volta: vincere, credo che sia così per ogni concorrente, è il pensiero che ti sprona e ti sostiene. Vorrei centrare l’ingresso in finale, perché da lì tutto può succedere e si può pensare in grande”