MILANO – In una realtà decisamente non metropolitana, ha trovato spazio per crescere la terza onda dello specialty coffee. Gli esempi dei pionieri che hanno deciso di investire in questo prodotto particolare, non sono pochissimi, e fortunatamente stanno contribuendo a modificare il panorama del bar italiano così come lo abbiamo sempre conosciuto. Tra queste realtà innovative, Tostato Specialty Coffees, da Via Fratelli Porcellaga 28, procede spedito sulla via dello specialty. Con il gestore Alberto Nevola, abbiamo tentato di capire in che modo andare avanti con successo in un settore che purtroppo si trova in un periodo di crisi.
Alberto Nevola, cosa suggerirebbe a chi vuol avviare una propria attività?
“A Chi vuol rivolgere il proprio prodotto in maniera maniacalmente specifica facendo quindi delle scelte precise. E questo sia in termini di consumatore, sia con una strategica e adatta geolocalizzazione che possa ridurre al minimo il rischio imprenditoriale nel rispetto delle realtà locali per rafforzare L’indotto commeeciale degli operatori anche di diversi settori.”
Quali possono essere dei modi economicamente sostenibili per differenziarsi dalla concorrenza?
“Mi richiamo alla domanda precedente. Offrire un servizio a 360 gradi ci allontanerà dall’eccellenza. Offrire un agglomerato di prodotti anche di altissima qualità, non renderà la nostra attività un’eccellenza. Specializzarsi su una specifica linea commerciale ci indirizzerà verso un lungo percorso di approfondimento, di studio, di formazione della materia. Questo servirà per portarci tra i più alti livelli della medesima! Sbaragliando i concorrenti.”
Qual è il valore aggiunto che può attirare il cliente
“I servizi e la cura del cliente extra prodotto. Cioè tutto ciò che va oltre allo scambio generico di prestazione/denaro. Come l’integrazione di piccole ma importanti attenzioni che in termini di costo seppur anch’esse di incidenza. Questi aspetti avvalorano il prodotto stesso investendo sul futuro ritorno del cliente.”
Quanto incide la liberalizzazione delle licenze secondo Alberto Nevola?
“Molto, ma allo stesso modo crea anche apertura verso nuovi utenti volenterosi che smontano i vecchi e arcaici dogmi del nostro settore aprendo ad un importante e avvincente battaglia all’innovazione.”
Secondo Alberto Nevola, perché molti chiudono nell’arco di un anno dall’apertura?
“Scelte commerciali sbagliate, Business plan poco efficaci; incidenze di costo delle materie Prime troppo alte per gestire i primi respiri dell’attività che ovviamente generano ritorni di cassa bassissimi. La pianificazione reale dell’attività parte dai numeri e dal Marketing.”
In che modo si informa e analizza i format di successo in Italia e all’estero?
“Attraverso viaggi, riviste e blog di settore. Tramite lo scambio di informazioni tra concorrenti e personaggi della comunità del caffè e non.”
Quanta importanza ha la comunicazione della propria attività come fosse un vero e proprio brand?
Alberto Nevola: “E’ la parte dell’anima dell’attività! Il cliente deve e cerca il Marchio , il nome. Crearsi una identità forte ci facilità nel posizionarci più velocemente nel Mercato e Avvalora il nostro prodotto.”
Per ampliare il bacino di utenti, è necessario creare un “ibridazione” tra caffetteria e altri settori diversi dall’hospitality, come le librerie ad esempio?
“Non sempre e necessario. Se L’ “ibridazione” e necessaria per collocare strategicamente la nostra attività, e buona cosa Inventare e inventarsi! Importante però e mai perdere il vero e proprio Core business.”
Quanto investe in termini di strategie social?
“Parecchio sopratutto in termini di tempo.”
Quanto ha inciso invece la scelta e l’allestimento di design della location?
“Possiamo disporre di prodotti e tecnologie avanzatissime ma rischiare di non farle assaggiare e o provare a nessuno. Il locale deve acchiappare i clienti per cui, esagerando per percentualizzare questo dato in un buon 60% di importanza.”
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