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Al Cenacolo del caffè gran finale con il letterato parigino Lemaire

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TRIESTE — Giunge al termine il primo ciclo di conferenze del Cenacolo del caffè, l’interessante iniziativa promossa da aMDC-Trieste, che ruota attorno al tema caffè trattato in tutti i suoi risvolti: nel sapere, nella storia, nella cultura, nella scienza, nella tecnica e nella sensorialità del nero aromatico estratto.

L’ultimo appuntamento, dedicato alla cultura è in programma per venerdì 11 maggio e vedrà coinvolto Gérard-Georges Lemaire illustre letterato, critico d’arte, scrittore e giornalista francese.

Spetterà a lui concludere in bellezza questo ciclo, iniziato nel settembre scorso con un conferenziere proveniente da Madrid e chiuso ora idealmente da un parigino.

Nell’ambito culturale europeo legato ai Caffè storici, Gérard-Georges Lemaire ne ha scritto parecchio. Una nuova edizione, nel 2016, su “Les Cafés littéraires”, pubblicato da Éditions de la Différence, è stato rieditato l’anno scorso.

L’appuntamento si tiene nell’elegante cornice dell’hotel letterario Victoria, in via Oriani 2 a Trieste, che ospita l’evento. Inizio ore 17:30 a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Afferma Gérard-Georges Lemaire:

«Durante la Rivoluzione e un po’ dopo, il quartiere di Buci è sempre stato importante, ma l’apparizione di numerosi Caffè nel giardino del Palais Royal ha spostato questa vita sull’altra riva della Senna. Poi, la nascita di nuovi quartieri su questa riva (quali il quartiere de l’Europe e, sotto il Secondo Impero, i lavori del barone Hausmann hanno dato uno slancio notevole alla riva destra). Così da far nascere nuovi luoghi d’incontro.

Dopo la creazione, in assoluto, del primo Caffè letterario, Le Procope, alla fine del Seicento, la geografia della vita intellettuale, artistica e letteraria parigina ha conoscito un’evoluzione geografica continua, dovuta allo svilupo della Capitale francese.

Alla fine dell’Ottocento, gli scrittori, i giornalisti, i musicisti, i giornalisti e anche gli uomini politici hanno avuto una predilezione per la zona di Pigalle, i Grands boulevards e della rue des Martyrs.

Montmartre e Montparnasse

Tutto cambia quando il mondo dell’arte ha eletto la propria sede Montmartre, che cominiciava ad essere un luogo di piacere, di balli e di spettacoli.

La nascita del Bateau-Lavoir, dove hanno vissuto i più importanti pittori e scultori del cubismo e del fauvismo ha creato un piccolo mondo dove molti hanno deciso di ritrovarsi.

Ma, dell’altra parte del fiume Montparnasse cominiciava ad avere una certa importanza.

La fondazione dell’Accademia di Marisse, vicina la piazza di Versailles e, poco dopo, l’installazione di numerosi studi d’artisti dietro il boulevard de Montparnasse ha attratto questi ultimi nei Café del Careffour Vavin (La Rotonde, Le Dôme e più tardi La Coupole e anche La Closerie des Lilas, dove il poeta Paul Fort riuniva i poeti del mondo intero tutti martedì).

Tanti stranieri hanno visto Montparnasse come il luogo dove farsi vedere e incontrare loro pari.

Questi Caffè furono frequentati dalla maggioranza dei creatori francese e stranieri dell’inizio del Novecento, come Picasso, Braque, Modigliani, Pascin, Soutine, i Delaunay, Severini, Foujita. E anche grandi scrittori, come Guillaume Apollinaire, Max Jacob, Jean Cocteau, F. T. Marinetti, ma anche critici, cronisti, mercanti d’arte e collezionisti.

Questi posti sono diventati mitici e varie pubblicazioni li hanno celebrati. E la storia di Montparnasse è una storia sempre più internazionale: ogni nazionalità aveva il proprio tavolino alla Coupole: italiani, tedeschi, americani, russi, e così via.»

Su questi aspetti verterà la conferenza che lo scrittore e giornalista Lemaire si propone di narrare a Trieste, altra capitale dei Caffè letterari. Considerando l’importanza dell’evento, l’iniziativa trova l’appoggio di PromoTurismo FVG, della BCC di Staranzano e Villesse, di Trieste Caffè, di Sircelli e dell’Assocaffè Trieste.

Gérard-Georges Lemaire – curriculum vitae

Nato a Parigi nel 1948.  Studi di filosofia e di storia dell’arte. Scrittore, giornalista culturale, produttore a France Culture, traduttore, ha lavorato 40 anni nel mondo dell’editoria. È stato consulente da Christian Bourgois éditeur, ha diretto tre collane di letterature straniera («Connections» da Flammarion, «les Derniers mots» da Christian Bourgois éditeur, «Littérature italienne» à la Différence) e anche una rivista, L’Ennemi (1980-1997).

È stato curatore di più di cento mostre nel mondo e stato docente all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Ha ricevuto il premio Stendhal e il premio Henry de Montherlant – Institut de France.

Oltre cinquanta i libri pubblicati, tra i quali in Italia, L’Arobase, Ex-Gelatateria, Milano nel 2012, Gli otto colori di Massimo Arrighi, Campanotto, Udine nel 2013, Franz Kafka : una biografia, Lindau, Torino nel 2013, Dia logo, con Marilena Vita, Catania nel 2015, Ecce scriptor, edizioni Mora, Napoli nel 2016,  Umberto Mariani, un racconto, Fondazione Mudima, Milano nel 2016, La Gamme, Il robot innamorato, Milano.

Ha pubblicato di récente in Francia: Kafka, Folio, Gallimard, 2005; Tanger, entretien avec Brion Gysin, CIPM, Marseille, 2013; Le Colloque de Tanger, anthologie, CIPM, Marseille, 2013; Les Cafés littéraires, Editions de la Différence Paris, 2016; Histoire de la critique d’art, Klincksieck, Paris, 2017.

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