MILANO – La Federazione Italiana Pubblici Esercizi esprime forte critica sull’emendamento alla Legge di Stabilità che prevede la soppressione del limite di 30 euro per l’accettazione da parte degli operatori del commercio dei pagamenti con moneta elettronica e sanzioni per chi non installa il POS.
“La Fipe non condivide in alcun modo questo provvedimento che azzera la soglia di importo sotto la quale vi è l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici – dichiara il Direttore Generale Marcello Fiore -, insieme alla previsione di sanzioni per i gestori che non si attrezzino con il POS. Un’iniziativa di questo tipo deve essere associata contemporaneamente a un’esenzione dall’obbligo per imprese in regime fiscale dei contribuenti minimi (con ricavi non superiori ai 50.000 euro) e al mantenimento di una soglia minima per i pagamenti elettronici di almeno 10 euro; la volontà della Federazione è quella di sostenere tutti quei pubblici esercizi caratterizzati da pagamenti di piccola entità, gravati dai costi delle commissioni bancarie che potrebbero compromettere seriamente la loro attività. Non siamo contrari all’utilizzo della moneta elettronica, ma è importante evitare che un provvedimento mal concepito, affossi attività importanti”.
La Federazione chiede dunque di non danneggiare tutte quelle piccole realtà imprenditoriali del settore (dai bar ai tabaccai fino ad arrivare ai venditori di caldarroste), i cui margini di profitto potrebbero essere fortemente compromessi dalle commissioni applicate dalle banche.
“In questo frangente è prioritario l’abbassamento delle commissioni, in particolare per tutte quelle carte di emissione non bancaria, che nella ristorazione per valore superano il 50%, dove la commissione va dal 5 al 2,90% – conclude Fiore -. Invece delle sanzioni sarebbe più opportuno prevedere incentivi fiscali per le micro imprese che si dotano di POS. Non c’è modernizzazione e trasparenza senza prima un adeguato sostegno alle imprese”.