PALERMO – Il caffè tira meno in Sicilia: nel 2014 sono state 756 le aziende del settore che sono state cancellate dal registro delle Camere di Commercio siciliane, a fronte di 366 nuovi esercizi aperti, per un saldo negativo di 390 bar chiusi.
Sono i dati diffusi della Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) di Confcommercio, il sindacato leader del settore.
La crisi maggiore a Palermo con 188 bar, segue Catania con 45 e Siracusa con 26.
Il settore è una voce importante per l’occupazione: nel 2013 hanno impiegato 213.886 persone, l’80% delle quali con mansioni operative, e anche l’anno scorso l’occupazione ha tenuto.
La spesa delle famiglie per consumi alimentari fuori casa è stata nel 2014 di 73 milioni di euro.
«La nostra stima – spiega Dario Pistorio, presidente della Fipe – è che almeno 16 milioni di euro sono andati nel canale bar. E notiamo un clima di fiducia per il futuro. Basti pensare che nel biennio 2015-2016 il 14% delle imprese ritiene di dover acquistare nuove attrezzature e nel triennio successivo la percentuale sale al 25%. Il bar punta a bersi la crisi».