domenica 22 Dicembre 2024
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illy e Rhone Group, parla Agostinelli, il nuovo socio: “Ma il retail non è morto”

Nel '96 ha fondato Rhône con Steven Langman, suo collega in Goldman Sachs e Lazard. E nel 2017 ha siglato l'alleanza con Eurazeo, che possiede il 30% di Rhône, a sua volta azionista al 3% di Eurazeo. Fra i grandi clienti di Rhône c'è Nestlè, per cui Agostinelli ha seguito diverse operazioni in America. Marchi di Nestlè sono Nescafè e Nespresso ed è studiando il lavoro di Agostinelli per il gruppo svizzero che la famiglia Illy ha deciso di ingaggiarlo per crescere negli States

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NEW YORK – L’ottimismo di Robert Agostinelli co-fondatore e presidente di Rhône group – la società di private equity che ha acquisito una partecipazione di minoranza di illycaffè – è una ventata d’aria fresca per tutte le imprese italiane che stanno affrontando la crisi economico-finanziaria nata dall’arrivo del virus. C’è speranza per chi non si tira indietro dall’investimento sull’innovazione. Leggiamo la notizia dall’articolo di Maria Teresa Cometto sul settimanale Corriere Economia del Corriere della Sera.

Agostinelli guarda con coraggio al futuro

«Non solo Amazon e Google sopravviveranno alla crisi Covid-19. Sono ottimista per tutte le aziende, anche nel commercio al dettaglio, capaci di puntare sullo sviluppo online del loro business. E in particolare sono ottimista per gli imprenditori italiani: possono crescere a livello internazionale facendo leva sulla loro grande creatività e sulla qualità del made in Italy». Lo dice Robert Agostinelli, co-fondatore e presidente di Rhône group, la società di private equity che ha da poco acquisito una partecipazione di minoranza in illycaffè.

Veterano del mondo internazionale delle fusioni e acquisizioni (M&A, merger acquisition), con una carriera maturata in 30 anni di attività nelle più prestigiose banche d’affari – da Rothschild a Goldman Sachs e Lazard – e poi in proprio con Rhône, Agostinelli concede raramente interviste.

Anche la sua società, che gestisce oltre 5 miliardi di euro, non cerca pubblicità

Solo i professionisti dell’M&A sanno che è partner strategico di Eurazeo, la società francese di investimenti nata dalla galassia Lazard e controllata dalla famiglia di Michel David Weill, l’ex presidente della stessa Lazard. Ma Agostinelli ha accettato di parlare con L’Economia da Londra – dove vive con la moglie italiana Francesca, ex giornalista e madre di tre dei suoi otto figli, tutti cittadini italiani e Usa – per spiegare il suo approccio alle imprese familiari e lanciare un messaggio di fiducia sulla ripresa dell’economia italiana.

Prima di illycaffè, un’altra importante operazione condotta con successo in Italia da Rhône è stata il rilancio di Unieuro, la catena di supermercati di elettronica di consumo ed elettrodomestici, frutto della fusione fra la omonima azienda fondata da Paolo Farinetti, padre di Oscar e la SGM della famiglia Silvestrini.

Agostinelli aveva lavorato con Oscar Farinetti per lo sviluppo della originaria Unieuro fino alla sua vendita al gruppo britannico Dixons nel 2002

Circa tre anni dopo lo stesso Farinetti raccomandò Agostinelli alla famiglia Silvestrini che voleva vendere l’azienda per concentrarsi su attività benefiche in Africa. Così nel 2005 Rhône entrò nel capitale di SGM, aiutando il suo sviluppo: nel 2013 ha ricomprato Unieuro da Dixons, elaborato una nuova strategia basata sull’online e l’ha portata in Borsa nel 2017.

Dal 2005 a oggi il fatturato Unieuro è aumentato da 277 milioni di euro a 2,2 miliardi e lo scorso 23 gennaio Rhône ha annunciato l’uscita completa dal suo capitale con un guadagno di 202 milioni di euro dall’Ipo. Agostinelli è sempre in contatto con Farinetti e non esclude di tornare in affari con lui, magari ripensando il progetto di quotazione di Eataly. «La famiglia Silvestrini non si fidava delle banche, soprattutto se straniere – ricorda Agostinelli -. Ma io conosco la mentalità italiana, grazie alle mie radici, di cui sono molto orgoglioso. Penso di avere un tocco umano capace di ascoltare che cosa dicono gli imprenditori e capire anche quello che non dicono».

Entrambi i suoi genitori infatti erano figli di immigrati italiani in America

Suo nonno paterno aveva deciso di lasciare l’Italia perché in dissenso con Mussolini e sua nonna aveva partorito suo padre sulla nave prima di arrivare a Ellis island a New York. La famiglia si è sistemata a Rochester, città oltre 500 chilometri a nord di New York, dove Agostinelli è nato 67 anni fa. Suo padre aveva un garage rivenditore di pleumatici, sua madre era casalinga. Lui ha studiato a Rochester fino al college e poi alla Columbia university di New York dove ha ottenuto l’Mba nel 1981.

«Quando ho letto un articolo su André Meyer e la sua Lazard, pioniere nel private equity e nella finanza internazionale, ho pensato: ecco, voglio fare quello», ricorda Agostinelli. Che è riuscito ad entrare in Lazard nell’87, dopo una breve gavetta con Rotschild a Londra (’81-’82) e quattro anni in Goldman Sachs, per la quale ha fondato la divisione di M&A internazionale in Europa, sviluppando importanti rapporti con il salotto buono della finanza italiana, la Mediobanca di Enrico Cuccia.

Nel ’96 ha fondato Rhône con Steven Langman, suo collega in Goldman Sachs e Lazard. E nel 2017 ha siglato l’alleanza con Eurazeo, che possiede il 30% di Rhône, a sua volta azionista al 3% di Eurazeo. Fra i grandi clienti di Rhône c’è Nestlè, per cui Agostinelli ha seguito diverse operazioni in America. Marchi di Nestlè sono Nescafè e Nespresso ed è studiando il lavoro di Agostinelli per il gruppo svizzero che la famiglia Illy ha deciso di ingaggiarlo per crescere negli States. «Tutti sono eccitati per la Cina, ma io non credo ai numeri cinesi e non penso si possano fare buoni affari in un mercato non libero – dice il banchiere -. Le vere opportunità di crescita sono in America, Europa e Giappone. Noi siamo concentrati sulle imprese europee che guardano all’America».

illycaffè ha tutte le carte in regola per fare un grande salto, secondo Agostinelli: un forte brand, alta qualità, l’enfasi sul «verde». Molti altri marchi italiani hanno eccellenti potenzialità. E la crisi Covid non deve far paura.

«Non è vero che il retail è morto», sostiene Agostinelli e cita alcune aziende partecipate da Rhône. Una catena di ristoranti brasiliani guadagna grazie al boom del take away e dei pasti a domicilio. Le vendite nei grandi magazzini Saks Fifth avenue (partecipata attraverso Hudson’s Bay) sono trainate da quelle online che sono esplose. Il settore dei viaggi è uno dei più colpiti, ma la compagnia di jet privati VistaJet ha più clienti di prima, ai quali offre un servizio stile Uber.

La chiave, conclude Agostinelli, è la migrazione verso l’ecommerce

Una tendenza già in atto ma accelerata dalla pandemia. Per approfittare delle occasioni di crescita però è necessaria anche una buona dose di impegno e sacrificio personale, aggiunge il banchiere: «Ricevo innumerevoli lettere di italiani che mi chiedono di assumere i loro figli: così cancellano le chance delle nuove generazioni di creare un proprio business».

 

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