Ferran Adrià, il geniale ribelle catalano della cucina internazionale e anima del noto ristorante elBulli, si rivolge ai giovani che muovono i primi passi nel mondo dell’horeca, e del lavoro in generale, con il consiglio di mettere la formazione e lo studio al primo posto per differenziarsi dalla massa.
Lo chef Ferran Adrià ha da sempre avuto un occhio di riguardo per il caffè: da quest’anno infatti elBulli1846, il primo ristorante al mondo diventato museo nel 2023, ha inaugurato un’area completamente dedicata al caffè per celebrare gli oltre 20 anni di collaborazione tra Ferran Adrià e Lavazza (ne abbiamo parlato qui).
Tutto è cominciato nel 2000, anno in cui è avvenuto il primo incontro tra Ferran Adrià e Lavazza, quando, in occasione del Salone del Gusto a Torino, lo chef spagnolo, grazie a Bob Noto, rivoluzionario gourmet e fotografo di food torinese, ha incontrato Lavazza e ha deciso di visitare San Tommaso 10, all’epoca caffetteria e ristorante, il luogo dove nasce l’amore per il caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Giulia Andreotti per La Repubblica.
Lo chef Ferran Adrià sui giovani e la formazione
MILANO – È a quei giovani che vivono in una costante speranza, delusi da promesse non mantenute e da frasi troppo spesso di circostanza, che si rivolge Ferran Adrià. Lo chef, che ha lasciato la cucina dopo aver costruito una delle carriere più brillanti al mondo, ha ora una missione: dare risposte a chi vive nel doppio senso di quelle parole, cariche di aspettative, ma senza un vero riscontro oggettivo.
La ricetta di Adrià, consapevole del disagio delle nuove generazioni di fronte a ripetute illusioni, è una: “Studiare, studiare, studiare. Se studi molto acquisisci competenze, crei connessione e hai un vantaggio competitivo rispetto agli altri – dice al Gusto, che lo ha incontrato a Roses, in Spagna – Bisogna però farlo con piacere. Se lo fai per dovere, è meglio che ti occupi di altro. E poi è fondamentale prendersi il rischio di iniziare un progetto personale, si deve avere coraggio”.
Un coraggio che lo chef ha sempre dimostrato e che continua a dimostrare, rimettendosi in gioco: “Ho chiuso elBulli per riaprire elBulli sotto un altro punto di vista – racconta Adrià – Cucinare non mi manca, i ritmi di lavoro nel nostro locale erano davvero impegnativi e avevo dato tutto ciò che potevo. Ormai non cucino neanche più a casa perché, per me, il lusso più economico al mondo è andare al ristorante. Ora ho altri obiettivi”.
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