L’Unione sammarinese operatori del turismo (Usot) chiede l’abolizione del listino dei prezzi nelle caffetterie. Secondo l’organizzazione, deve essere il mercato a determinare i costi tenendo conto delle dinamiche dei prezzi delle materie prime. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Donatella Filippi per il quotidiano Il Resto del Carlino.
L’associazione di San Marino Usot chiede l’abolizione del listino caffetteria
SAN MARINO – Un euro e 20 centesimi al banco, 50 centesimi in più se servito al tavolo. E questo vale per tutti. Non conta servire la miscela di caffè più pregiata al mondo. E nemmeno farlo in pieno centro storico. Perché i prezzi, a San Marino, li decide lo Stato. Con quel ’listino caffetteria’ che da anni baristi, ristoratori e albergatori combattono con il coltello tra i denti. Ma niente da fare. E anche quest’anno, puntualmente, i prezzi di caffè, cappuccini e acqua minerale finiscono nel mirino dell’Usot, l’Unione sammarinese operatori del turismo. Che quel listino chiede di abolirlo da decenni.
“Ci troviamo, nonostante siano cinque anni che viene promesso ed evidentemente non mantenuto – scrivono dall’associazione di categoria –, a dover sollecitare il governo perché proceda all’eliminazione di una anacronistica e oggi anche estremamente dannosa imposizione di prezzi a bar e ristoranti”.
L’ultimo aggiornamento della commissione prezzi risale al 2022. “Di quella commissione da anni chiediamo l’abolizione – spiegano dall’Usot –. Impone a bar e ristoranti il purtroppo infausto ‘listino caffetteria’. L’imposizione di prezzi da parte del ‘pubblico’, senza prestare la dovuta attenzione alle dinamiche dei prezzi delle materie prime, caffè in primis, rende antieconomico per bar e ristoranti servire il caffè e tutte le preparazioni a esso collegate e in generale tutti gli altri prodotti che hanno un prezzo imposto”.
Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.