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venerdì 22 Novembre 2024
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Il caffè a New York si paga come Netflix: a 22 euro al mese, il refil è illimitato

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NEW YORK – Non è una novità per i coffeelover americani, abituati da tempo alla possibilità di riempirsi la tazza all’infinito. Con loro la bevanda va giù quasi come l’acqua, complice la formula allungata dentro i tazzoni in stile Starbucks. In Italia la situazione sta procedendo verso questa direzione, soprattutto negli uffici e in molte aziende dove il caffè è gratuito. Nel tentativo di mantenere belli attivi i dipendenti e magari, con la scusa della pausa caffè, socializzino tra di loro. Un primo passo timido quello nostrano, che muove dall’esempio statunitense che, ancora una volta, ci pone davanti una nuova idea. Ovvero quello dell’ abbonamento per il caffè, un po’ come Netflix.

Pagando un fisso mensile infatti, riempire la tazza è una questione illimitata. Nella Grande Mela, per 22 euro al mese (25 dollari) è possibile bere caffè a volontà. Una sorta di all you can eat, ma col drink. Dove? Questa nuova formula è sperimentabile da Fair Folks & a Goat del Greenwich Village. Leggiamo i dettagli da today.it.

Abbonamento per il caffè: una pratica per veri coffeelover

Potrebbe essere una nuova tendenza interessante, e con il gran consumo di caffè che facciamo noi italiani, chissà che questa idea non prenda piede al più presto anche da noi nel Belpaese. A New York solitamente una colazione costa tra i cinque e gli otto dollari, e quindi l’offerta Fair Folks & a Goat del Greenwich Village potrebbe sembrare un miracolo.

Con 25 dollari al mese infatti i clienti del locale avranno un numero illimitato di caffè, tè, latte macchiato, caffè espresso e limonate

Questo insolito bar, aperto nel 2012 in un seminterrato in stile inglese su Houston Street, nel cuore di Manhattan, vende oggetti d`arte e di design per la casa, abiti, birra e vino. In tutto ha circa 1.000 soci e solo a settembre se ne sono aggiunti sette al giorno.

In questo momento le persone che frequentano il locale sono strane quanto i fondatori, racconta il New York Times. Tra di loro c’è un medico del pronto soccorso che fa anche l’istruttore di trapezio, uno studioso cinese che sta traducendo Allen Ginsberg in mandarino e una psicoterapeuta di 74 anni.

Ci sono anche molti clienti abituali

Come gli impiegati di Apple, gli studenti della New York University e tanti programmatori di start-up. “Sembra più un luogo di ritrovo che un negozio“, ha raccontato Eugénie Thompson, della New York University. “Sono cresciuto qui, ed è bello avere qualcosa di nuovo che non va contro quello che è stato il Greenwich Village.” ha detto l’universitario al New York Times.

“È il mio rifugio e ci vado per rilassarmi, perché a New York è difficile rilassarsi anche a casa.” ha spiegato al New York Times un altro cliente abituale, Pawi Bitanga, un regista e ballerino di break dance.

 

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