martedì 21 Gennaio 2025

Abbiamo il caffè nel DNA

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DI DAVIDE COCCO*
Torniamo di nuovo a parlare di caffè, dopo l’allarme sul possibile aumento dei prezzi, perché i ricercatori di Harvard hanno finalmente messo nero su bianco quello che noi gente della strada avevamo intuito da tempo: la sensibilità al caffè e le abitudini di consumo variano da persona a persona. Solo che questa volta, grazie ai moderni mezzi a disposizione, la teoria ha una base scientifica ben solida.

Basta leggere lo studio pubblicato su Molecular Psychiatry per rendersi conto che tutto ruota attorno al DNA (FOTO) di ogni singolo individuo.

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Per arrivare a questo il team di scienziati della famosa università americana hanno analizzato i dati relativi a 120mila persone, i cui dati sono stati raccolti attraverso più di 20 studi focalizzati sul consumo di caffè in Europa e Africa.

Mettendo in correlazione il DNA con il consumo di caffè di ogni singolo individuo i ricercatori si sono resi conto che ci sono numerose correlazioni dirette fra i geni e il consumo di caffè.

Sono otto infatti i loci genici individuati dallo studio, di cui sei nuovi e due già conosciuti, che determinano la nostra personale reazione al caffè.

Questo apre le porte a nuove e interessanti applicazioni, come la determinazione del massimo quantitativo di caffeina che ogni persona è in grado di tollerare durante la giornata, in modo da massimizzare così il suo effetto sul nostro organismo.

Ora che sono stati individuati i geni coinvolti infatti, i ricercatori potranno analizzare meglio il meccanismo che determina il desiderio di caffè di ogni singola persona e gli effetti che la bevanda può provocare su ogni singolo individuo.

Noi intanto continuiamo a seguire il nostro istinto.

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