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sabato 02 Novembre 2024
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Abbiamo il caffè nel DNA

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DI DAVIDE COCCO*
Torniamo di nuovo a parlare di caffè, dopo l’allarme sul possibile aumento dei prezzi, perché i ricercatori di Harvard hanno finalmente messo nero su bianco quello che noi gente della strada avevamo intuito da tempo: la sensibilità al caffè e le abitudini di consumo variano da persona a persona. Solo che questa volta, grazie ai moderni mezzi a disposizione, la teoria ha una base scientifica ben solida.

Basta leggere lo studio pubblicato su Molecular Psychiatry per rendersi conto che tutto ruota attorno al DNA (FOTO) di ogni singolo individuo.

Per arrivare a questo il team di scienziati della famosa università americana hanno analizzato i dati relativi a 120mila persone, i cui dati sono stati raccolti attraverso più di 20 studi focalizzati sul consumo di caffè in Europa e Africa.

Mettendo in correlazione il DNA con il consumo di caffè di ogni singolo individuo i ricercatori si sono resi conto che ci sono numerose correlazioni dirette fra i geni e il consumo di caffè.

Sono otto infatti i loci genici individuati dallo studio, di cui sei nuovi e due già conosciuti, che determinano la nostra personale reazione al caffè.

Questo apre le porte a nuove e interessanti applicazioni, come la determinazione del massimo quantitativo di caffeina che ogni persona è in grado di tollerare durante la giornata, in modo da massimizzare così il suo effetto sul nostro organismo.

Ora che sono stati individuati i geni coinvolti infatti, i ricercatori potranno analizzare meglio il meccanismo che determina il desiderio di caffè di ogni singola persona e gli effetti che la bevanda può provocare su ogni singolo individuo.

Noi intanto continuiamo a seguire il nostro istinto.

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