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venerdì 22 Novembre 2024
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A Roma le regole sui dehor poco chiare: gli esercenti chiedono aiuto

Una Fase 2 o una Fase 3 ancora particolarmente instabile quella descritta nella capitale. La denuncia di Fiepet Confesercenti Roma. La delibera che andrà a modificare il regolamento vigente dovrebbe approdare in aula Giulio Cesare la prossima settimana“

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ROMA – Lo spazio del suolo pubblico concesso agli esercenti per tentare di aumentare il numero di clienti senza violare le norme di sicurezze per il contagio, è la rete di salvataggio che in molti gestori stanno utilizzando. Purtroppo però nella capitale, le regole sono ancora piuttosto confuse e il rischio è quello di avere intere zone del centro deserte. Le cose devono evolversi velocemente: questa la richiesta rappresentata dalla Fiepet confersercenti di Roma. Leggiamo la notizia da romatoday.it.

Suolo pubblico: una risorsa che va sfruttata meglio

“Senza tavolini il centro di Roma rischia la desertificazione. Il Comune approvi quanto prima regole certe”. L’appello arriva dalla Fiepet confesercenti di Roma, un grido d’aiuto a settimane dalle promesse (mancate) del Campidoglio. Più occupazione di suolo pubblico per posizionare più sedute all’esterno di bar e ristoranti, recuperando un po’ di spazio all’aperto e provando così a risollevarsi dai drammatici mesi di lockdown.

Una delibera di giunta del 22 maggio dà già la possibilità ai ristoratori di presentare domanda per un più 35% di spazio aggiuntivo sul marciapiede. Ma in tanti sono restii a rivolgersi agli uffici, preferiscono aspettare che il regolamento cambi in via definitiva. Ossia che la stessa delibera passi, forse la prossima settimana, dall’aula Giulio Cesare. Qui verrà emendata, modificata e, con ogni probabilità stravolta nel suo impianto base.

I criteri per ottenere i permessi per il suolo pubblico fissati dal provvedimento di giunta, firmato dall’assessore Carlo Cafarotti, sarebbero infatti troppo stringenti

Per le associazioni di categoria, per le opposizioni ma anche per alcuni esponenti della stessa maggioranza M5s. Questione fondamentale: la percentuale di allargamento. Il presidente della commissione commercio Andrea Coia sarebbe per non fissare un tetto limite, ma far decidere alla Polizia locale sulla base del solo Codice della strada. Sulla stessa linea Fratelli d’Italia. Il Pd ha invece proposto di arrivare al 40% nel Centro storico, fino al 60% fuori le Mura. Si cerca di trovare la quadra su emendamenti comuni, da votare poi in Consiglio all’unanimità.

Altro nodo tutto da sciogliere: il parere della Soprintendenza

Per Coia (M5s) le Belle arti, da sempre interlocutori privilegiati per tutte le modifiche che vadano in qualche modo a impattare sulle aree Unesco, non dovrebbero toccare palla in questa fase. Nella delibera Cafarotti invece vengono inseriti alcuni pareri inderogabili proprio dell’organo ministeriale. Vedi il punto, fortemente limitante per gli esercenti, di applicare la distanza di 5 metri dalle mura non solo dei monumenti ma anche dei palazzi vincolati.

Insomma, sono diverse le questioni ancora da definire. E prima che l’Assemblea capitolina licenzi il testo finale, tanti commercianti non se la sentono di rischiare di investire in progetti che, a breve, potrebbero non rispondere più alle regole vigenti.

La contro battaglia dei residenti sul suolo pubblico

Senza contare la contro battaglia fatta partire da alcuni comitati di residenti, contrari alla delibera che leggono come pericolosa “deregulation” del settore. Un gruppo di associazioni, tra cui Vivere Trastevere e cittadini del rione Monti, ha presentato ricorso al Tar del Lazio. Tra i fermamente contrari anche la consigliera del I municipio Nathalie Naim, da sempre pasionaria del decoro urbano.

Il grido d’aiuto di bar e ristoranti: “Senza tavolini centro fantasma”

In una foto postata su Facebook mostra via del Governo Vecchio: i tavolini di un ristorante sono posizionati sulle strisce per la sosta tariffata. “Non c’è più un posto auto. Ciò nonostante venga pagata la tassa Ztl dai residenti” scrive. Tra i tanti commenti spunta anche il consigliere Coia (M5s): “Bellissimo. Finalmente un po’ di decoro”. Il battibecco continua nei tanti commenti presenti. Il tema del suolo pubblico divide, com’era prevedibile. Ma il settore chiede di mettere da parte bracci di ferro e lungaggini.

“Se in questo momento di difficoltà i pubblici esercizi non potranno temporaneamente ampliare i tavolini molti saranno costretti a chiudere, già piegati dalla mancanza di incassi dovuta al lockdown, e quindi a licenziare” dichiara Claudio Pica presidente della Fiepet-confesercenti.

“Un conto è chiedere regole certe, e gli esercenti non hanno chiesto deroghe ma normative chiare e zero burocrazia. Ben altro è trasformare la Capitale in una ‘città fantasma’. Auspichiamo che la delibera definitiva sull’ampliamento di suolo pubblico arrivi presto in Assemblea capitolina e chiediamo pertanto a tutte le forze politiche in Campidoglio di approvare quanto prima il provvedimento”.

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