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venerdì 22 Novembre 2024
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A Monaco di Baviera c’è un bar che serve i consulti psicologici con il caffè

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MILANO – In Italia il barista (o la barista) è spesso il nostro confidente e anche un po’ il nostro psicologo. Capace di captare i nostri stati d’animo. Di capire quando siamo giù o di cattivo umore. E di migliorare il nostro inizio di giornata, con un sorriso o con una battuta. Oltre che con una tazza di aromatico espresso. Psicologia spicciola, naturalmente, non la logos. Ma che i clienti dimostrano spesso di apprezzare.

Non deve dunque sorprenderci il fatto che un bar in Germania abbia deciso di fornire veri consulti psicologici gratuiti ai propri clienti. Come? Scopriamolo leggendo quanto scrive su Italia Oggi Roberto Giardina.

A Monaco con il caffè, alla tedesca logicamente, molto lungo ma profumato e carico di caffeina, nonostante i nostri pregiudizi, si può ottenere gratis un incontro con uno psicologo o uno psicoanalista.

Il Berg & Mental, aperto a dicembre, piacerebbe a Woody Allen. Sto esagerando: non si paga lo specialista, e non si ottendono consulti psicologici distesi sul divano del Professor Freud, ma si deve consumare qualcosa, anche un tè, una fetta di torta fatta in casa, o un panino, spiega la Süddeutsche Zeitung. «Ein Café für die Seele», è il titolo dell’articolo, un caffè per l’anima.

L’idea è venuta a Dominique de Marné, 32 anni, e al suo compagno, il quarantenne Lasse Münstermann. Lei è uscita da un brutto periodo, alcol, droghe, atti di autolesionismo, e ora desidera aiutare gli altri, spiegare come ce l’abbia fatta.

Ha scritto un libro quasi autobiografico, Warum normal ist nicht mehr normal, perché normale non è più normale. Lasse è un esperto di informatica, un affermato professionista. Sono riusciti a mettere insieme i 30 mila euro necessari per avviare l’attività, e hanno voluto iniziare nei giorni di Natale, il periodo dell’anno in cui ci si sente più soli.

Forse grazie ai social abbiamo molti contatti, centinaia, migliaia di amici, che rimangono lontani e sconosciuti, non sappiamo se il nostro interlocutore viva in Australia, o rimanga ignoto pur abitando nel nostro palazzo. Una solitudine affollata, manca il contatto umano. È sempre più difficile parlare di noi con qualcuno guardandolo in faccia.

In fondo, l’idea non è nuova. Negli anni 20, durante la Repubblica di Weimar, a Berlino si aprì l’Erzählcafé, un luogo dove andare per confidare i propri problemi, da erzählen, raccontare.

Dalla campagna si emigrava in città, i contadini diventavano operai, come avveniva in Italia negli anni del boom, quando dal Sud si giungeva a Torino o a Milano, lasciando i campi per ritrovarsi davanti a una catena di montaggio. In paese è facile avere amici, tutti si conoscono, si trova aiuto. In città, con la solitudine, arriva la depressione.

L’Erzahlcafé è stato riaperto da qualche anno nel quartiere di Wedding, e vi si tengono conferenze e presentazioni di libri.

Al Berg & Mental arrivano quanti non trovano più la loro strada, sono tristi e smarriti. Sul retro ci sono due salette per gli incontri di gruppo, per i solitari anonimi.

Dominique e Lasse ricevono ogni giorno telefonate da specialisti che offrono gratis il loro aiuto, per conferenze, o per consigli individuali. Ma chi vuol frequentare il caffè, e rimanere indisturbato, può mettere sul suo tavolino una bandierina rossa, come dire «lasciatemi in pace». (Nella Thalkorcherstrasse 62; dalle 9 alle 18).

Roberto Giardina

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