MILANO – Milano capitale dell’ospitalità? Lo si è visto in particolare a fine ottobre in questa edizione 2017 di HostMilano, che ha accolto i quasi 190mila visitatori dai cinque continenti in una città in pieno fermento.
Un fermento che la fiera leader dell’ospitalità alimenta e sottolinea, in un vitalissimo gioco di rimandi. Perché ormai è la città meneghina il laboratorio in Italia dove aprono i nuovi format, arrivano le catene internazionali, si spendono gli stellati. Ed è qui che ogni due anni va in scena la fiera leader di un’HoReCa in pieno fermento.
Non c’era come passeggiare tra gli stand degli espositori per accorgersi della vitalità di questi settori.
E non stiamo solo parlando del Made in Italy, che pure tanta parte ha, come confermano i dati dell’export della meccanica alimentare. Ma di un mercato internazionale che ormai vive di scambi e incontri.
Ed internazionale è stata la visione che ha garantito HostMilano ai visitatori, giunti qui proprio per scoprire ciò che di nuovo e di più interessante ha da offrire il settore.
Così la tecnologia cambia il mondo dell’ospitalità
Prima di tutto la tecnologia, che assume un ruolo sempre più importante anche nel food e nell’accoglienza. Tra stampanti 3D alimentari e macchine per stampare la schiuma di latte, app per la gestione e forni multifunzione. E ancora: luci per far crescere microgreen nel locale e consumarli appena colti e macchine per aumentare la maturazione dei cibi.
Si è toccato con mano come davvero ormai la tecnologia stia realmente trasformando un settore vecchio come il mondo. Con soluzioni per il risparmio energetico e la connessione a distanza grazie all’Internet of Things oggi. E con la robotica e la gestione dei dati domani.
Poi l’esperienzialità: non ci ricordiamo di edizioni più belle – dal punto di vista visivo. Con i padiglioni della fiera trasformati in luoghi magici ricchi di luci e suggestioni: dallo spazio concettuale di Exihs ai molteplici momenti di incontri ed eventi dedicati al mondo dell’accoglienza.
Ma anche gli stand si sono fatti più attraenti, ricchi e originali che mai.
E il design ormai segna non solo arredi e tavole (i materiali naturali o hi-tech delle stoviglie, le luci che trasformano e creano un ambiente, il green che arreda anche indoor).
Ma anche i macchinari e le attrezzature, che da veri protagonisti quali sono tornano in primo piano e arredano il locale o il bancone del bar.
Un mercato in evoluzione
Infine la visione di un mercato in evoluzione e che è sempre più cruciale afferrare e comprendere, se si vuole emergere dal mare magnum della concorrenza. Largo allora ai seminari e agli approfondimenti.
Quelli di Chic sulla sostenibilità, non più nicchia per pochi ma aspetto ormai imprescindibile, hanno parlato di spreco e menu, pesca e terroir del caffè, pastificio agricolo e imprenditoria sostenibile.
Fipe ha discusso di caffè al ristorante e formazione. Mentre Planet One e Mixer giocavano con le erbe per presentare il tema attualissimo della naturalità anche nella mixability.
Identità Future ha giocato sul binomio creatività e tecnologia, e in vari stand si è visto il ritorno al vintage e agli antichi sapori, in un suggestivo contrasto con le tecnologie più all’avanguardia.