lunedì 23 Dicembre 2024
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A Bologna c’è il barista che ama il nero: «L’evasore? È un vero patriota»

In bella vista la frase dell’economista Friedman contro le tasse. E qualcuno si fa anche un selfie

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MILANO – Il Giornale con Valentina Dardari ha ripreso un articolo già uscito sull’edizione di Bologna del quotidiano La Repubblica. L’argomento? Il proprietario di una caffetteria del capoluogo felsineo è riuscito a far parlare di sé e del suo bar perché ama gli evasori.

Ma come ha fatto? Gli è bastato scrivere una citazione dell’economista Friedman su una lavagnetta e il gioco è fatto. Molti passanti si sono anche fermati per farsi un selfie. Intervistato da Bologna Repubblica, si è mostrato orgoglioso e fiero della sua idea, ha raccontato anche che qualcuno entra per complimentarsi con lui.

A parlare è Pietro Mercuro, barista 39enne originario di Napoli, che ha una caffetteria in viale Amendola 13, vicino alla stazione di Bologna. Sono dodici anni che fa questo lavoro e, forse stanco delle innumerevoli spese e tasse che deve affrontare quotidianamente, ha pensato bene di scrivere in bella mostra la frase di Friedman. “Se l’Italia si regge ancora è grazie al mercato nero e all’evasione fiscale, che sono in grado di sottrarre ricchezza alla macchina parassitaria e improduttiva dello Stato per indirizzarle verso attività produttive. In certi casi l’evasore è un patriota”.

Il cartello non è recente, come ha spiegato lui stesso“L’ho scritto qualche anno fa come provocazione, dopo aver subito l’ennesimo controllo fiscale. La verità è che l’evasione in Italia non la combatti con gli scontrini: i controlli devono esserci per tutti, ma bisogna partire dall’alto, non sempre dal basso. Il carcere per i grandi evasori? Giustissimo, fungerebbe da deterrente. Ma anche quello è un costo: soprattutto bisogna costringerli a pagare, tutti quanti”.

Mercuro confessa di non aver fatto magari qualche scontrino, o perché il locale era zeppo o perché il cliente è scappato di corsa senza il tempo di aspettare. “E cosa faccio a quel punto, lo inseguo con lo scontrino? I controlli vengono una volta l’anno, ma così come sono, non funzionano.

L’ultima volta sono venuti anche i Nas e l’ispettorato del lavoro, ma soprattutto la Finanza. Funziona così: il finanziere si piazza fuori e chiede al cliente se ha lo scontrino, lui magari dice che non ce l’ha e viene da me. E io vuoi che un caffè che ho battuto non lo trovo?” ha raccontato. Le sue parole sembrano velate da un filo di amarezza.

E per quanto riguarda il pagamento tramite bancomat o carta? Mercuro ha il Pos, certo, ma non accetta pagamenti con carta al di sotto dei dieci euro, la sua, dice, è una questione di principio “Se faccio cento euro col bancomat sono cento euro tolti dall’economia vera, regalati alle banche. Non è così che si combatte l’evasione fiscale”.

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