Scontro tra Unilever ed Enel sul terreno di Caivano, grande agglomerato industriale in provincia di Napoli. La multinazionale, ha nel Napoletano lo stabilimento più grande del mondoper. La produzione del gelato Algida, denuncia «innumerevoli e continue interruzioni del servizio di energia elettrica. Provocano considerevoli danni economici» e valuta anche di lasciare Napoli e delocalizzare altrove.
Algida: denunciate le continue interruzioni di corrente all’impianto di Caivano
Il blackout del29 luglio scorso, proprio mentre il caldo eccessivo solleciterebbe una produzione abnorme di gelati. Di Giovanni mette nero su bianco la propria protesta che invia a Enel e Confindutria Napoli.
La società dell’energia elettrica, da parte sua, risponde per iscritto a stretto giro.
«Sono state registrate solo 3 interruzioni lunghe. Risulta pertanto evidente che la qualità del servizio erogato è ben al di sopra degli standard previsti dall’Autorità per l’energia elettrica per i clienti di media tensione appartenenti al medesimo ambito territoriale».
La replica dell’Enel: i distacchi sono nello standard fissato dall’Autorità.
«Siamo in un’area con gravi problemi infrastrutturali. – denuncia esasperato Di Giovanni di Unilever a “Il sole 24 Ore” – depurazione delle acque, viabilità, sicurezza. Se aggiungiamo le interruzioni di energia che nelle ultime settimane sono diventate anche lunghe non riusciamo più a essere competitivi. La nostra è una multinazionale presente nel mondo e con altri tré stabilimenti in Italia. In nessuno degli impianti italiani si registra un servizio tanto deficitario». E aggiunge: «Il rischio di una delocalizzazione è molto reale».
Rischio delocalizzazione Algida: per Napoli sarebbe una bella botta
Enel spiega: «Ci impegnamo a porre in essere tutte le azioni necessarie per assicurare la massima continuità e qualità di alimentazione. Valutando anche possibili azioni di potenziamento degli impianti. Disponibili a un ulteriore incontro tecnico presso l’impianto del cliente». Con il caso Unilever-Enel si svelano ancora una volta nella loro drammaticità i gravi problemi del Mezzogiorno d’Italia. La sua capacità di attrarre e mantenere investimenti industriali, su cui la Svimez ha riacceso i riflettori; documentando che nel 2014 è cresciuto la metà della Grecia. E di cui si occuperà oggi la Direzione nazionale del Pd in un incontro ad hoc.