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lunedì 25 Novembre 2024
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Parla Franco Panno, A.d. Gruppo Cimbali: «Spazi di crescita in tutto il mondo»

Per comprendere meglio la realtà attuale e quella futura del Gruppo Cimbali, le risposte dell'Ingegnere Franco Panno

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MILANO – Riportiamo la lunga intervista che ci ha concesso in esclusiva l’Ingegnere Franco Panno, amministratore delegato di Gruppo Cimbali. Attraverso la sua testimonianza, analizziamo il presente e le prospettive future del numero uno al mondo nel settore delle macchine professionali tradizionali per il caffè espresso.

Gruppo Cimbali ha un nuovo marchio: Slayer. Che cosa rappresenta?

«Sì. E siamo orgogliosi di questa partnership con Slayer. Perché è un marchio iconico nel mondo dello specialty coffee.

In soli dieci anni, ha contribuito ad elevare gli standard
dell’industria del caffè; grazie ad un prodotto eccellente e sviluppando una user experience capace di soddisfare le esigenze dei baristi professionisti.»

Perché la scelta di Gruppo Cimbali di acquisire un marchio in più?

«L’operazione si inserisce nel nostro percorso di crescita. Uno dei driver del nostro piano strategico è il consolidamento del nostro posizionamento nel mondo dello specialty coffee.

Questo perché, sempre di più, si sta affermando anche in Italia sulla scia dei trend internazionali. In particolare nella fascia top di gamma.

Slayer, con il suo brand e i suoi prodotti, è indiscutibilmente un riferimento, un brand di rottura, radicale. Proprio per questo, estremamente interessante per noi.»

Che cosa ha di speciale Slayer?

«Slayer ha intercettato gli andamenti di mercato. Inoltre ha un team dinamico, un prodotto eccezionale ed una forte potenzialità.

I modelli di macchine tradizionali che progettano e realizzano artigianalmente presso la sede di Seattle negli Stati Uniti, sono frutto di anni di ricerca e sviluppo; nonché di dialogo con la comunità dei baristas e di chi fa del caffè uno stile di vita.»

Slayer prevede un fatturato 2017 a 13 milioni di dollari, 10,59 milioni di euro.

Contro i 180 milioni di euro di Gruppo Cimbali. E’ un marchio costato caro?

“Capisco la curiosità sul valore economico di questa partnership. Ma, per ragioni di riservatezza, insieme a Slayer abbiamo condiviso di non divulgare i termini finanziari dell’operazione.»

Con un portafoglio di marchi così ampio Gruppo Cimbali adesso ha una proposta su misura per tutti.

Quale è lo scenario che, all’inizio del 2018, si trova davanti il leader del settore macchine professionali tradizionali?

«Negli ultimi 4 anni abbiamo lavorato ad una segmentazione di prodotto, di brand, di offerta commerciale. In modo che fossero capaci di rispondere alle esigenze dei nostri clienti.

Questi sono diversi, in tutto il mondo; parlano linguaggi diversi e per questo debbono essere soddisfatti con un servizio adatto a loro.

LaCimbali, Faema e Slayer sono la perfetta combinazione – iconica – di heritage, innovazione; progettualità e invenzione tecnologica e non solo.»

Però Gruppo Cimbali ha sette filiali all’estero, 2 in Italia, 700 distributori

Non ci saranno macchine Slayer per tutti…

«Occorre ricordare che Slayer opera in un segmento in forte crescita ma pur sempre in una nicchia.

Stiamo comunque effettuando tutte le attività necessarie per aumentare la sua capacità produttiva sul mercato; in modo da soddisfare tutte le esigenze della clientela.

Fatta questa premessa, Slayer proseguirà autonomamente il proprio percorso di sviluppo. Con un management e una rete di vendita indipendenti pur godendo sin da ora del supporto di Gruppo Cimbali.»

Le 110 assunzioni di Gruppo Cimbali per l’ultimo quadriennio

Parliamo di 50% giovani under 35, tutte di figure altamente qualificate. Vi state preparando per un futuro prossimo molto intenso?

«Le assunzioni effettuate nell’ultimo quadriennio sono propedeutiche a traguardare nuovi orizzonti di crescita.

La nostra popolazione aziendale, in Italia e all’estero sta cambiando; diventiamo ancora più multi-culturali, con un migliore equilibrio di generi e di generazioni.

I nostri dipendenti sono la chiave di volta per il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.

Crescita organica progressiva e acquisizioni possono essere sostenute solo se concertate e condivise con tutta l’organizzazione.»

Sarà sempre ricco di soddisfazioni anche economiche come adesso?

“Più che una domanda la prendo come un augurio!

I presupposti socio-economici e di mercato mostrano spazi di crescita su diversi Paesi e segmenti.

Il nostro piano strategico segna una crescita sana e costante con diversi progetti entusiasmanti. Le nostre filiali sono radicate nel territorio per ascoltare e rispondere alle esigenze dei nostri clienti.

Il nostro piano di marketing e di comunicazione raggiunge milioni di persone.

Posso aggiungere che tutti gli indicatori sono positivi e questo è un ottimo ritmo di marcia.»

Le macchine professionali per caffè espresso resteranno un patrimonio del made in Italy?

I cinesi, per esempio, continueranno a costruire sempre e soltanto le macchine da 50 euro per le capsule. E anche i coreani che costruiscono tutto e che le macchine per l’espresso le stanno comprando in Italia.

«Il comparto italiano delle macchine per caffè espresso è molto solido, in evoluzione. Inoltre vanta una lunga storia di successi, segnata dalla fondazione di grandi brand.

Come i nostri LaCimbali e Faema ma, e ovviamente, non siamo soli.»

«LaCimbali e Faema sono concepiti e prodotti 100 per cento made in Italy

Nei nostri 3 stabilimenti e nel nostro headquarter di Binasco; ove sorge anche il nostro centro della cultura del caffè, rappresentato dal museo Mumac e dalla nostra Academy.

Incubatori di idee, di progetti, di formazione e di cultura dove incontriamo diverse migliaia di persone ogni anno.

Siamo però un Gruppo internazionale; con oltre l’80% del nostro giro d’affari all’estero. Per questo, siamo interessati a mantenere ed assicurare una visione ancora più ampia e
aperta sul mondo.»

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