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venerdì 22 Novembre 2024
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Acqua & caffè: servono 21 mila litri per coltivare un solo chilogrammo di verde

Qual è il limite oltre cui bisogna riflettere contro lo spreco dell'acqua? E' necessario fare un po' di calcoli, soprattutto tra noi italiani, grandi consumatori di questo bene primario

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  • Dalla Corte
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MILANO – Pubblichiamo su Comunicaffè un interessante spunto di riflessione per quanto riguarda uno degli elementialla base del caffè: l’acqua. Dati alla mano, assieme all’osservatore attento di Agostino Narizzano, della R.c.i Brokers.

Acqua: alla base di qualsiasi cosa sin dall’antichità

A prima vista, questo lungo titolo può apparire al lettore come uno strampalato pensiero matematico. In effetti, è solo una sorta di un mascherato ammonimento che ci è stato
tramandato dai nostri Antichi.

Infatti, lo si sa, a costoro premeva che noi, loro successori, non avendo vissuto i loro patimenti per procacciarsi l’acqua, non saremmo mai stati in grado di farlo con la loro stessa tenacia e uguale capacità.

Tanto è vero che questi grandi saggi da cui succediamo, ci hanno lasciato in eredità frasi e modi di dire che – pur usati per le più svariate cose e dovendone sottolineare la purezza e la sacralità – le paragonavano alla purezza e sacralità dell’acqua.

Alcuni motti

“vera come l’acqua, pura come l’acqua,;splendida come l’acqua, semplice come l’acqua e così via”.

Io credo però che, attraverso i tempi, gli uomini dei nostri giorni non abbiano rispettato questo concetto. Perché, a tutt’oggi, l’acqua si spreca a profusione.

Senza quindi tenere in minimo conto la preziosità di questo “dono degli Dei”.

L’ausilio della tecnologia

Fortunatamente questo bisogno di acqua che ancora ci arriva da qualche Paese sperduto, è stato mitigato, attraverso gli anni, dagli sviluppi della tecnica. Così come dalle conoscenze che l’uomo moderno ha maturato.

Si pensi ad esempio, quanto sarebbe stata grandiosa in altri mondi la capacità di oggigiorno di dissalare il mare!

Malgrado ciò, c’è sempre chi dice: “chi se ne frega. Almeno noi uomini bianchi, la troviamo perfino nelle fontanelle vicino a casa;
o nella grande vasca al centro della piazza!”

Tuttavia, riflettendo, anche se a noi preme soprattutto scrivere di caffè, sorge spontaneo più di un dubbio sul perpetrarsi di questa filosofia.

Lo studio pubblicato nel corso della Manifestazione Internazionale Wwf – Settimana Mondiale dell’Acqua

Restiamo allibiti dai fronte a qualche dato ufficiale.
Per esempio si è calcolato che per produrre un chilo di caffè verde, sono necessari circa 21 mila litri di acqua virtuale.

Mentre, una tazza di caffè americano (125 ml) viene a costare – sempre in acqua virtuale – ben 140 litri.

Ovviamente, come capirete bene, per acqua virtuale si intende la quantità di acqua necessaria per la produzione di un determinato bene di consumo.

Dunque a partire dall’irrigazione dei campi ai processi industriali della lavorazione.

Ancora sul caffè

Dobbiamo svelarvi che per mandare avanti la coltura internazionale del caffè, si deve consumare circa il 2% delle necessità di acqua usata per agricoltura in tutto il
mondo.

Affidandosi sempre allo studio del WWF cui dicevamo, non finiamo di stupirci. Ad esempio, un pomodoro importato dal Marocco, necessita di ben 13 litri d’acqua, sempre virtuale.

Mentre un solo fagiolino cresciuto in Kenya pretende a sua volta 4 litri.
In arancio del peso di 100 grammi consuma ben 70 litri virtuali; mentre per una mela ce ne vogliono altri 25.

Altri modi di definizione

Quale ad esempio l’acqua cosiddetta reale. Ovvero quella che noi umani magari beviamo, ma che in effetti è anche la stessa usata per lavare il frutto che poi mangiamo.

Tra gli altri aggettivi, vogliamo inserire anche la cosiddetta Acqua “trasportata”. Cioè quella usata nei Paesi più poveri del nostro che curano la propria agricoltura utilizzando la scarsa acqua di cui dispongono e che poi, magari, vendono o tentano di vendere – magari sempre a noi – le verdure o i frutti che raccolgono.

L’esempio della carne di manzo

Un bovino medio vive tre anni prima di essere macellato e per
ottenere poi circa 200 chili di carne. In questi tre anni però l’animale avrà consumato 1.300 chili di grano, mais e soia più 7.200 di chili di fibre, tra pascoli e fieno.

Per di più avrà bevuto almeno 24 metri cubi di acqua. Ma non è finita qui. Perché altri 7 metri cubi d’acqua saranno serviti al fattore per l’igiene ed i servizi dell’allevamento.

In un solo chilo di carne di manzo sono nascosti ben 15.500 litri d’acqua

Tutte queste, sono statistiche fornite dal WWF.
Stiamo riportando tutti questi dati quando è ormai finita da tre o più mesi l’estate 2017.
A detta dei tecnici, insieme a quella del 2003, la passata estate è stata la più calda degli ultimi 100 anni.

L’Italia scopre ancora una volta nel giro di poche settimane che la paura per la scarsità di acqua può colpire anche uno dei bacini più ricchi del pianeta quale è la nostra Pianura Padana.

Centrali idroelettriche e vari rimedi per supplire alla scarsità di acqua

Però come è successo allora e come succederà ancora, arriva
l’inverno e ci si scorda della mancanza estiva di questo vitale elemento.

Noi italiani risultiamo peraltro come i consumatori più agguerriti

Infatti ogni nostro compatriota, oltre a consumare 3 se non 4 caffè al giorno, usa in media 215 litri di “acqua reale” per bere e lavarsi.

Tuttavia, il nostro consumo è trenta volte superiore se
consideriamo l’acqua “virtuale” impiegata per produrre ciò che mangiamo e che indossiamo.

Fanno più di 6.500 litri a testa, ogni giorno.
Il valore più alto al mondo dopo quello degli Stati Uniti.

Un’altra statistica

Solo il 30% di questa acqua da noi consumata proviene da risorse italiane. Il restante 70% arriverebbe invece dall’estero incorporata nei prodotti che viaggiano sulle rotte del commercio internazionale.

E poi: il nostro Paese sarebbe il quinto importatore di acqua del pianeta. Quindi come dire, che consumiamo tanta acqua ma ne importiamo troppa.

Tornando al caffè

Vogliamo però prendere le parti alla nostra bevanda preferita. Per produrre un foglio di carta ci vogliono 10 litri di “acqua virtuale”. Se poi si vuole produrre un paio di scarpe di cuoio ne servono addirittura 8.000 litri.

Ed infine, da buon bevitore di vino rosso quale è chi si firma, vi chiariamo che un solo bicchiere di vino richiede un consumo in “acqua virtuale” pari a 120 litri.

Alla Santè !

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