MILANO – Giada Biagioli di Montelabbate (Pesaro-Urbino) ha vinto. A Bruxelles ha dimostrato di saper fare il miglior caffé espresso d’Europa nella sfida tra gli studenti degli Istituti alberghieri.
Giada Biagioli: come ha vinto la competizione
Nel tempo massimo di quindici minuti, poi, ha interpretato un cocktail ispirato all’amore, quello vero. Tassativamente analcolico.
Ma la medaglia che ha conquistato per lei vale più dell’oro che la ricopre.
«Sono felice. – dice la diciottenne pesarese aprendosi in un sorriso magnetico. – Inoltre, ho vinto la mia paura di prendere l’aereo. Ho avuto conferme importanti. Soprattutto per una persona come me.»
Perché? Quale persona ritiene di essere?
«Insicura, fino all’inverosimile. La sera prima del concorso ho avuto un crollo. Ero con i miei professori – Del Cipolla (sala bar); Taglialatela (inglese) e il preside Olivieri. – A ultimare la gara del giorno dopo. Per l’emozione non sapevo più nulla. E’ stato tremendo, come se il mese di preparazione all’alberghiero Santa Marta di Pesaro fosse evaporata in un istante.»
Invece ha vinto, sbaragliando i rivali all’annuale competizione dell’Association europeennes des écoles hotellières et touristiques (l’associazione europea delle scuole alberghiere e turistiche).
La sorpresa per Giada Biagioli
«Già. Una sorpresa indescrivibile sentire il mio nome al primo posto. Ho subito cercato lo sguardo dei miei professori a cui devo questa vittoria. Non tradire la loro fiducia voleva dire molto. Ma più importante è stato verificare che l’impegno a scuola mi ha dato gli strumenti giusti per saper fare e fare bene.»
Continuerà gli studi?
«Il futuro è incerto; ma credo che le occasioni di lavoro ci siano. Mi chiedo piuttosto se la carenza di occupazione sia dovuta anche a una scarsa adattabilità o peggio una scarsa flessibilità.»
Di voi giovani?
«Anche, ma non solo.»
Pensa che ci siano troppi luoghi comuni riguardo un tema così importante?
«Sì. Mi auguro che la questione non venga affrontata in modo superficiale. Perché dietro un risultato c’è molta energia. Penso al lavoro fatto in classe; penso agli stimoli dei miei insegnanti. Al sostegno dei miei genitori. Lo sa che i miei compagni di classe, la VF, dall’Italia mi hanno messaggiato in continuazione per darmi la carica? Ecco penso che tutto questo meriti di diventare ricchezza per il nostro Paese. Sul lavoro che farò però c’è nebbia fitta.»
Cioé?
«Non so se iscrivermi a Farmacia o salire sulla prima crociera e mettere a frutto l’arte di barman. Potrei anche candidarmi per qualche grande catena alberghiera di lusso e andare all’estero.»
Della gara cosa ci racconta?
«Potrei condividere i trucchi per fare un buon caffé espresso, ragione della mia vittoria. Descrivere la ricetta del cocktail Queen’s delight con cui io e la mia compagna di squadra, l’austriaca Micaela, abbiamo concorso.»
Perché proprio il Queen’s delight?
«Si dice che l’abbia voluto un re per dedicarlo alla donna che l’avrebbe reso padre felice e appagato. E’ un cocktail da appuntamento importante, insomma.»
Il segreto del caffè di Giada Biagioli
«A parità di qualità dell’aroma, il trucco è nella pulizia dei gruppi e dei filtri. Un buon caffé deve scendere in 20, 25 secondi con un filo continuo e non a gocce.»
Perché?
«Se scende svelto vuol dire che la macinatura è troppo grossa e l’acqua passa troppo velocemente per assorbire il sapore.»