MILANO – Il Brasile dovrà aumentare la produzione di 20 milioni di sacchi entro il 2030 per mantenere l’attuale supremazia di mercato. Così il direttore esecutivo José Sette (FOTO) durante il 25° EnCafé, che si è svolto da mercoledì a domenica scorsa a Praia do Forte, suggestiva località costiera dello stato brasiliano di Bahia.
Sette ha aperto i lavori del programma congressuale di questo ormai tradizionale evento di settore organizzato dall’Associazione brasiliana dell’industria del caffè (Abic).
Nel suo intervento ha ripreso e attualizzato gli scenari di crescita dei consumi già delineati nei documenti dell’Organizzazione.
“Ipotizzando un incremento medio annuo della domanda mondiale nell’ordine del 2%, il Brasile dovrà produrre almeno una ventina di milioni di sacchi in più di qui al 2030, se vorrà conservare l’attuale quota di circa il 40% della produzione globale” ha dichiarato.
La cifra tiene conto anche dell’espansione dei consumi interni, che nell’annata trascorsa hanno superato i 20 milioni e mezzo di sacchi.
Previsioni premature
Il prossimo raccolto brasiliano (2018/19) si preannuncia intanto in forte ripresa, grazie al ricorrere di un’annata positiva nel ciclo biennale degli arabica. Ma a quanto ammonterà?
“Ogni previsione è ancora prematura – ha dichiarato il numero uno dell’Onu – per avere una prima idea dovremo aspettare perlomeno sino a gennaio.”
Mese in cui uscirà anche la prima stima ufficiale di Conab, che fornirà una valutazione preliminare del prossimo raccolto.
Va detto tuttavia che le previsioni di Conab sono ormai prese con le pinze persino dall’ICO, che ha smesso di utilizzarle nelle proprie statistiche, reputandole sottostimate.
La sfida per il futuro
Al di là delle cifre – tradizionalmente controverse nel caso del Brasile – di quanto potrà crescere la produzione brasiliana, visto anche il ridursi delle superfici disponibili per la coltura?
La grande sfida sarà quella di incrementare la produttività in un contesto sostenibile. “Sarà fondamentale l’abbassamento dei costi di produzione” ha sottolineato Sette.
A tale scopo vanno migliorate le pratiche agricole e gestite adeguatamente le risorse idriche, nel pieno rispetto degli equilibri ambientali.
Ma la sfida è anche di sostenibilità sociale: implica il raggiungimento di migliori condizioni di vita e lavoro per i produttori, una maggiore rappresentatività delle loro associazioni. E la promozione dell’uguaglianza di genere.
Ma tornando ai numeri, ce la farà il Brasile a produrre oltre 70 milioni di sacchi all’anno di qui alla fine del prossimo decennio? L’impresa appare ardua, ma non impossibile.
Dalla metà degli anni novanta (quando le aree degli arabica furono colpite da una grave gelata, ndr.) a oggi la produzione brasiliana è più che raddoppiata, nonostante le superfici siano diminuite del 39%.
“Ciò è avvenuto grazie a un balzo del 225% della produttività, che oggi raggiunge i 1.550 kg/ha (25,8 sacchi/ha)” ha concluso Sette.