MILANO – In Indonesia raccolti e macinazioni di cacao sono in frenata. Sono le ultime stime dell’Icco (l’International cocoa Organization che ha sede a Londra). Per la stagione 2012-13 indica la produzione del Paese asiatico i discesa a 450mila tonnellate di coloniale. Quindi di oltre 5% in meno rispetto alle previsioni elaborate in settembre.
Icco sottolinea
– Questo è connesso soprattutto «all’età avanzata degli arbusti». Piantati in media negli anni 80, che li rende maggiormente vulnerabili a malattie e parassiti. Appare inoltre difficile attuare una valida politica di sostituzione delle piante a livello nazionale; visto che il tessuto produttivo del Paese è formato da moltissimi e piccoli coltivatori. (tutti assieme coprono circa il 95 per cento dell’offerta locale).
Il calo dei raccolti
Potrebbe essere stato maggiore se il clima nel Paese – terzo big del settore alle spalle di Costa d’Avorio e Ghana, non fosse stato particolarmente favorevole. Questo potrebbe far si che l‘output del Paese possa stabilizzarsi attorno ai livelli della scorsa stagione.
L’Icco ha corretto al ribasso anche le stime sulle macinazioni
Ovvero il maggior indicatore dei consumi di cacao –. Indicate ora a 280mila tonnellate: Circa 5mila in meno rispetto ai calcoli di settembre; nonostante questa modesta flessione, il livello delle macinazioni resta superiore di circa il 4% nei confronti dell’annata scorsa. Da ricordare che i macinatori producono soprattutto polvere di cacao e burro di cacao (quello che conferisce al cioccolato il cosiddetto gusto che si scioglie in bocca). I prezzi del burro di cacao attualmente in Asia sono ai massimi da circa quattro anni. Sull’onda della crescita dei consumi di cioccolato e dei timori di una rarefazione della disponibilità. (l’Icco per quest’anno ha alzato le proprie stime sul deficit di offerta da 45 a 60mila tonnellate. Contro il surplus di 84mila tonnellate sperimentato nel 2012).
Il settore in Indonesia
Presenta inoltre grandi potenzialità di espansione. Cosa che sta attirando nel Paese investimenti dall’estero. Basti pensare che colossi del calibro dell’americana Cargill e della svizzera Barry Callebaut (leader mondiali nella produzione di cioccolato) che stanno programmando investimenti nel Paese (Barry Callebaut vuole spendere 150 milioni di dollari per un impianto di macinazione nel Sulawesi).
Fonte: Sole 24 Ore