MILANO – “How do you want your latte?”, chiede la pubblicità alla fermata del bus. Un turista italiano potrebbe grattarsi la testa. Come volete il vostro latte? Che cosa vuol dire? Voleva dire il cappuccino?
No.“latte” sta semplicemente per l’inglese di “latte macchiato”. Ovvero la bevanda calda più popolare nelle caffetterie all’italiana di Londra (pronunciato arrotando la lingua – come parlano Stanlio e Ollio nella versione italiana dei vecchi film comici, per intendersi).
In verità l’ordinazione completa è “skinny latte”, che non significa “latte magrolino” bensì latte macchiato scremato. Quasi tutti, in questa città ossessionata da diete e mangiar sano, lo vogliono così. “Skinny latte at dawn!” (latte macchiato all’alba!”) è il titolo del paginone dedicato stamane dal Daily Mail, popolare quotidiano tabloid, all’argomento. Suona come un grido di battaglia, perché l’argomento è per l’appunto la guerra del latte macchiato, del cappuccino, del caffè espresso, scoppiata in questi giorni nei bar del Regno Unito.
Il cappuccino? Meglio il tè
Fino a un paio di decenni or sono infatti, in Gran Bretagna il caffè era una brodaglia oleosa. Non a caso quasi tutti preferivano il tè (con un velo di latte, please).
Per non parlare del caffè espresso, che si trovava solo in qualche ristorante italiano di Soho.
L’arrivo di Starbucks, Costa, Caffè Nero, Prêt à Manger
Oggi ci sono 22 mila coffee shop di questo tipo in tutto il paese, che servono 659 milioni di clienti l’anno. Si parla di un fatturato complessivo di 3 miliardi e mezzo di sterline.
Secondo un recente rapporto, l’inglese tipo spende più di 2 mila sterline l’anno nelle caffetterie all’italiana. L’equivalente di ben 2 miliardi e 300 milioni di tazze di caffè e cappuccini all’anno; ovvero di 45 tazze o tazzine per ogni cittadino adulto.
Un settore sembra vicino alla saturazione
Un recente studio del Citigroup predice che sul mercato britannico restano soltanto quattro o cinque anni di “crescita strutturale” per le caffetterie all’italiana.
Lo confermano anche le cifre sul fatturato della Costa. La catena più grande con 2326 coffe shop è infatti passata da una crescita del 2,3 per cento nel 2016 al più modesto 0,6 per cento nei primi sei mesi del 2017. Con dunque un calo del 9,8 per cento nei profitti scesi a 59 milioni di sterline.
Questo a causa dell’incremento dei costi. Sarà anche colpa della Brexit e del declino della sterlina. Insomma, pare che la moda dell’espresso, del cappuccino e dello “skinny latte” abbia raggiunto l’apice.
La guerra tra le catene di coffe shop
Queste hanno così cominciato a farsi la guerra per strapparsi clienti a vicenda, con campagne pubblicitarie come quella su “come vuoi il tuo latte?”.
Uno degli slogan coniati dalla Costa per suggerire implicitamente che il latte macchiato della concorrenza è meno buono del suo.
Nel suo articolo, il Mail assegna i voti a giudizio dei suoi esperti. Risulta che Pret ha i migliori espresso, cappuccino e derivati vari, seguito da Caffè Nero, Costa e Starbucks.
Ogni londinese, si scopre quando si vive nella capitale, ha in realtà i suoi gusti in materia. Ma l’analisi di mercato predice che, se si satura il mercato, a guadagnarci saranno i caffè indipendenti, artigianali, i “boutique coffee shop”.