LEGNANO – Se a Milano, 1 locale pubblico su 5 è gestito da cittadini cinesi, a Legnano la percentuale non dovrebbe essere molto diversa, anzi. Per questa ragione, riprendiamo alcune considerazioni pubblicate dal quotidiano milanese Libero. A cura di Francesco Wu, intervenuto come Membro del Direttivo Epam-Confcommercio e come Presidente Onorario di UNIIC.
Legnano: uno spazio di locali pubblici a gestione cinese
Un’intervista rilasciata a Gianluca Veneziani. L’imprenditore italo – cinese spiega anziutto che “la gestione familiare è il modello vincente. Perchè si eliminano alcuni costi, come gli straordinari, e anche a livello contributivo si hanno dei benefici. Dal punto di vista dei vantaggi fiscali?. Il risparmio è molto opinabile e dipende dal fatturato e da molte altre variabili”.
Ma la ragione di tanto proliferare di bar cinesi anche a casa nostra?
“La gestione di un bar – chiarisce a Legnanonews Francesco, nella foto a sinistra con il fratello Silvio- non richiede professionalità elevate come richiedono attività legate alla gastronomia oppure alla ristorazione. Se sai proporre un buon caffè e un “bianchino” come piace ai milanesi, è fatta. Poi devi metterci un po’ del tuo, simpatia, cordialità, accoglienza, pulizia. Ma in questo ambito, non te le insegna nessuno. Devi essere bravo tu ad acquisirle”.
“Aiuta ancor più il fatto poi che si tratta di un investimento relativamente basso – torniamo all’intervista di Libero -. All’inizio viene pagata una prima rata, al massimo il 50% dell’intero valore, e il resto viene pagato in cambiali mensili. Dipende dall’entità e dagli accordi, capita anche a volte che si paghi quasi tutto in cambiali. Per intenderci, parliamo di un costo dagli 80mila euro ai 200-300mila per i bar più centrali, a Milano. Ebbene, quei soldi sono figli di risparmi che i cinesi sono in grado di mettere da parte, grazie a spese oculate anche sui beni quotidiani e di prima necessità. A ciò si aggiunge una rete parentale molto estesa che permette di godere di prestiti di zii, cugini e genitori”.
Sulla qualità, Francesco non ha dubbi: “A Milano, è superiore rispetto a quella che vediamo a Legnano. Soprattutto i titolari giovani esprimono idee migliori e accattivanti per la clientela. Resta tanto da fare, ma il modello resta vincente nel mondo imprenditoriale anche legnanese, proprio per un forte senso della cultura del lavoro e del risparmio. Valori, insieme a quello dell’impresa famigliare che ha permesso lo stesso boom economico italiano, oltre ovviamente ad ingegno e capacità.”.
Un lavoro continuativo, soprattutto, per riprendere ancora il testo di Libero, in cui spesso non c’è neppure tempo per una pausa caffè!
Marco Tajè