MILANO – Quanta plastica potremmo risparmiare se il latte si presentasse sotto forma di cubetti e non racchiuso in un involucro? Un gruppo di ricercatori tedeschi si è posto questa domanda.
E ha deciso di fornire una risposta concreta. Inventando delle capsule di latte in grado di dissolversi istantaneamente se poste a contatto con una bevanda calda. Caffè, thè o altro.
La novità è stata presentata in una ricerca pubblicata sulla rivista Chemical Engineering & Technology. E potrebbe far risparmiare tonnellate di plastica.
Evitare gli sprechi
Sugli aerei, in hotel o in diversi locali del mondo, accanto a zucchero e cacao, spesso vengono messi a disposizione dei clienti micro contenitori di plastica che contengono piccole quantità di latte da inserire nella propria bevanda.
Proprio per evitare questo tipo di sprechi, le capsule messe a punto dalla Martin Luther Universität di Halle-Wittenberg in Germania potrebbero essere molto utili.
Come zollette di zucchero
Si presentano proprio come le zollette di zucchero, senza packaging, e sfruttando lo stesso principio con uno strato sottile di cristalli che racchiudono il latte.
I ricercatori sono stati in grado di suddividere le capsule secondo due gradi di dolcezza, cristallizzando il latte liquido nel saccarosio, per chi preferisce bevande più dolci, e nell’eritritolo, per chi ama bevande meno dolci.
Al momento, dunque, non è possibile avere il latte senza zucchero, ma gli scienziati, guidati dal ricercatore Joachim Ulrich, sono al lavoro anche su questo fronte.
A quando la commercializzazione?
Non è ancora chiaro se e quando le zollette di latte potranno essere messe in commercio.
Quando arriverà quel momento, di certo semplificheranno la vita a molti: possono essere conservate per almeno tre settimane e ciò rende ideale il loro utilizzo per hotel, aerei, centri di conferenze etc.
E faranno un grande favore all’ambiente:
“Non abbiamo delle statistiche sul numero di piccoli contenitori di latte prodotti ogni anno – si legge sul sito Science Alert – ma, con circa 8 milioni di tonnellate di plastica riversate nei nostri oceani ogni anno, tutto ciò che possiamo fare per tagliare gli sprechi e ridurre la spazzatura è un passo in avanti”.
Secondo Martha Wellner, ricercatrice che ha preso parte al progetto, ci sarebbe un altro lato positivo: “Il nostro processo può essere sfruttato per incapsulare anche altre bevande, come i succhi di frutta”.
Ilaria Betti