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Il monito di Fairtrade: i redditi bassi mettono a rischio la produzione di caffè

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MILANO – Ancora non si guadagna abbastanza. E il tema di un reddito adeguato rimane al centro delle azioni messe in atto dal sistema Fairtrade a livello mondiale.

I dati emersi dalla ricerca “Assessment of Fairtrade Coffee Farmers income”, infatti, dimostrano come, ad esempio, per gli agricoltori del caffè non sia facile guadagnare un reddito sufficiente a sostenere le loro famiglie.

Dall’evento dedicato al settore SCA´s World of Coffee di Budapest, Fairtrade International e l’impresa sociale True Price attraverso il loro studio, uno dei più dettagliati sul reddito dei coltivatori di questo prodotto, hanno riportato il guadagno effettivo e l’impatto potenziale di Fairtrade sui redditi familiari di chi produce in Ruanda, Tanzania, Uganda, Kenya, India, Indonesia e Vietnam.

Redditi insufficienti

Il sistema Fairtrade lavora da tre anni nel calcolo di un reddito dignitoso, Paese per Paese. Un lavoro lungo, che impiegherà parecchio tempo, per avviare progetti pilota che valutino l’impatto in ciascuna delle realtà interessate.

Un mercato altamente competitivo, la speculazione sui mercati dei futures e una quota di vendite ancora troppo bassa a condizioni Fairtrade sono fattori che contribuiscono in modo determinante sulla crescita. Il basso reddito da caffè, a sua volta, porta alla mancanza di investimenti a livello aziendale e anche a rese inferiori, perpetuando una spirale di povertà.

Situazioni diverse

Il contributo del caffè al reddito familiare varia ampiamente da Paese a Paese. Lo studio rivela che per molti agricoltori, il caffè rappresenta una fonte di reddito da cui dipendono solo in misura variabile.

In media circa il 50 per cento dei redditi familiari deriva dalla produzione di caffè, ma i risultati sono diversi tra i Paesi: gli agricoltori in Indonesia, ad esempio, dipendono fortemente dai redditi del caffè, mentre gli agricoltori keniani si sostengono principalmente mediante la vendita di altri prodotti agricoli o grazie ad impieghi svolti lontano dall’azienda.

Fra i contadini, sono gli indonesiani e i vietnamiti ad avere i redditi più elevati derivati soprattutto dal caffè: Inoltre, solo gli agricoltori indonesiani guadagnano attualmente un reddito dignitoso a livello familiare derivante dalla produzione di caffè.

Siamo disposti a pagare tutti un po’ di più?

Tutti gli anelli della catena di produzione devono essere disposti a pagare un po’ di più. Affinchè i lavoratori agricoli possano ricevere un salario sufficiente. Questo riguarda le produzioni locali, gli esportatori e gli importatori. Ma anche, e direttamente, i marchi, i distributori e i consumatori.

Abbiamo iniziato a far sedere le aziende di tutte le filiere di produzione intorno ad un tavolo. Utilizzando il riferimento del salario minimo di sussistenza. Per determinare come condividere il costo di salari più alti. Abbiamo un messaggio chiaro per i produttori, i rivenditori e i distributori. I fornitori non possono far fronte da soli a questa sfida. E ognuno deve fare la propria parte.

“Il reddito complessivo delle famiglie dipende molto dal contesto locale. Ma anche da fattori quali la produttività o le dimensioni delle aziende agricole. Tuttavia un prezzo più alto del caffè è un fattore chiave per le famiglie. Per poter guadagnare un reddito che permetta loro di vivere dignitosamente”, ha dichiarato Darío Soto Abril, CEO Fairtrade International.

“È importante che i soggetti interessati nel settore del caffè mettano al primo posto la questione dei prezzi. Oltre ad affrontare fattori quali la produttività e l’efficienza”.

Elena Guzzonato, Fairtrade Italia

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