MILANO – Il caffè è il diapason della vita quotidiana: basta nominarlo e già qualcosa funziona meglio, non importa se alla fine diremo sì oppure no, “grazie”. È così, per noi italiani, ovunque ci trovassimo. Quello fatto in casa ci piace di più. Ma dipende dal caffè, dalla caffettiera e – dobbiamo dircelo – da chi lo fa.
Posto che siamo qui tutti maestri, nell’arte della preparazione del caffè, non ci resta che incontrare la giusta caffettiera.
Partiamo da una premessa: lo sanno tutti, i disegnatori, i produttori e i distributori di “macchinette” per il caffè, quale tributo devono a un’azienda come Bialetti.
Le “creature” di Bugatti e di Alessi
Design e tecnologia hanno incontrato la felice esperienza di molte aziende che, nel novero delle loro produzioni, hanno creato e creano caffettiere di assoluto prestigio.
Un’azienda come Bugatti, per esempio, certo non lesina in qualità dei materiali e perfezione tecnica d’assemblaggio, quando fabbrica un oggetto di design come la caffettiera Vulcano.
Espressiva, simpatica e versatile, la Vulcano Bugatti gioca sul terreno dell’allegria per vincere lo scetticismo, nel lasciar la caffettiera “vecchia” per la nuova.
E se il “difettuccio” delle Bialetti – superato e, al limite, perdonabile – è la scarsa resistenza di pomoli e maniglie al fuoco, ecco che Bugatti tenta il sorpasso con la fibra di vetro, che resiste al calore.
Design a gogò anche per il marchio Alessi, che irrompe con una collezione 2017 di accessori da cucina, in cui ci mette dentro anche una caffettiera nata due anni prima.
L’indubbio stile elegante basta da solo a giustificare il rilancio di questa caffettiera da parte dell’azienda che, tuttavia, insiste su un altro aspetto: si tratta di un progetto, dice, rivoluzionario.
Il suo nome è Pulcina, ed è nata da un progetto creativo di Michele De Lucchi, portato a produzione con la tecnologia di un leader del caffè come Illy: una partnership che racchiude forse il segreto di tale “rivoluzione”.
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Il mondo Bialetti
Parlar di rivoluzione in questo settore, rimane tuttavia abbastanza complicato, senza fare riferimento a Bialetti.
Dalla Moka Express in poi, l’universo del gusto si è arricchito per sempre. Giusto tre mesi fa, il marchio di origine piemontese ha rieditato, in forma limitata, l’immortale “reginetta” del 1955.
Le risposte alla voce “Design”
Una continua evoluzione stilistica e di sperimentazione sul campo, ha contrassegnato la volata del marchio Made in Italy in quasi novant’anni di storia.
Bialetti apre il secondo semestre 2017 con ben due nuove proposte. E lo fa, dopo quelle già lanciate nel primo semestre con una serie di diversi modelli di caffettiera.
Class Bialetti
Morbida ed elegante, curata nelle più piccole finiture, estremamente funzionale, Class Bialetti si propone come eccellente risposta alla domanda di raffinatezza del design italiano.
Una bella “prova” di mercato affidata all’expertise dell’Omino coi Baffi, indiscutibilmente capace nel produrre eccellenti caffettiere di prestigio.
Ha un corpo in acciaio inox 18/10 ed è adatta a tutti i piani cottura. Chiusa la questione pomolo e maniglia (in silicone nero, atermici), la Class è disponibile nei formati da 4, 6 e 10 tazze.
Kremina Bialetti
La cremosità del buon caffè costituisce per Bialetti un tema molto caro e anche una sfida da vincere nel chiuso di una tradizionale caffettiera da fornello.
Lo ha definitivamente dimostrato, oltre un decennio fa, con la progettazione della mitica Brikka, capace di erogare un caffé cremoso che nulla ha da invidiare a quello fatto nei migliori bar.
Consuma un po’ più di macinato rispetto alle altre caffettiere, è vero, ma l’innovazione della meccanica e il risultato finale che se ne trae, meritano tutto il sacrificio.
Il progetto Kremina, ora, va ben oltre. Si utilizza come una qualsiasi Moka ma è dotata di un esclusivo coperchio che fa tutta una gran differenza.
È un coperchio anzitutto trasparente e ha integrata una frusta che consente di preparare, direttamente nel raccoglitore, una corposa schiuma soffice e vellutata.
Vale per il solo caffè e anche per l’aggiunta della “macchiatura”. Ma anche per i caffè marocchini e per i mocaccini. Formare la schiuma richiede pochi e semplici passaggi.
Il caffè macchiato
Per preparare un cremoso caffè macchiato, si procede riempiendo d’acqua la caldaia. E versando nel filtro la quantità usuale di caffè macinato.
Avvitata la parte superiore, con un solo facile gesto si apre e si rimuove il coperchio per aggiungere 45 ml di latte. Se non si ha un misurino si può fare affidamento al segno interno del raccoglitore.
Richiuso il coperchio e sistemata Kremina sulla fonte di calore, è sufficiente attendere la fuoruscita del caffè. E che si sollevi il pistone dell’attrezzo schiumante.
A quel punto, allontanata la caffettiera dalla fonte di calore, non resta che agire sul pistone. Abbassandolo e sollevandolo rapidamente per circa 15 secondi. Prima di servire in tazza.
Il procedimento è identico per la preparazione di un ottimo caffè schiumato, ad esclusione, ovviamente, dell’aggiunta di latte.
Nessun problema qualora si optasse per un caffè senza crema: in tal caso, infatti, sarà sufficiente non azionare la frusta.
Diego Marino