LA SPEZIA – I gelati sono buoni ma non incassano milioni, almeno alla Spezia. Con una citazione del compianto Freak Antoni, l’arrivo dell’estate, il boom dei turisti qua e là per la Spezia viene naturale capire dove tira il mercato. Non tanto del cibo in generale quanto di uno degli alimenti che più fanno gola in questo periodo: i gelati, appunto.
La Spezia ne ha per tutti i gusti
Se sono alla frutta sono i sostitutivi di un pasto, agli altri gusti sono un peccato di gola al quale è impossibile rinunciare.
Che sia alla nocciola o al pistacchio, oppure stracciatella e cioccolata, i gelati spezzini sono prelibati. Alcune attività che li commercializzano possono vantare il marchio “produzione propria”. Sinonimo di garanzia e gusto.
All’occhio, le gelaterie sembrano spuntare in ogni dove, anche in città. Ma dai dati della Camera di commercio riviere di Liguria questa crescita non è esponenziale.
Alcuni dati
CDS ha preso come periodo di riferimento l’anno di arrivo delle crociere fino ai primi mesi del 2017.
Il 2015 è stato l’anno in cui i flussi turistici hanno cominciato a farsi più intensi. Con i picchi, poi, dell’ultimo ponte del 1° maggio che alle Cinque Terre ha battuto ogni record.
A sorpresa però la Spezia e provincia non si hanno registrato alcun boom, anzi, un calo. Nel 2015 le gelaterie sul territorio erano 132, all’oggi se ne contano 139. Nello Spezzino due anni fa erano presenti 60 gelaterie. Nel primo trimestre del 2017 sono 56 con un calo quindi di 4 unità.
Ma se cala la presenza delle gelaterie, si registra un piccolo aumento sul metodo di produzione. Le aziende sono passate, a livello provinciale, da 2 a 5.
Dalle associazioni di categoria, in particolare Cna, gli associati di gelaterie e pasticcerie nel 2015 erano 133 e quest’anno 136.
Il turismo stanziale sostenta la Spezia
Per quanto riguarda Confartigianato, gli associati sono all’incirca 70 e Antonella Simone spiega: “Il gelato viene spesso consumato dai turisti stanziali e la presenza dei crocieristi incide in maniera marginale.
La clientela legata al turismo rappresenta infatti il 20-25 per cento. Il restante è rappresentato dalla clientela locale che viene a mancare, per via della ferie, nei mesi di luglio e agosto”.
Chiara Alfonzetti