MILANO – Al centro, l’operatore. Che sa come trattare il caffè, e regola i parametri a seconda del tipo di miscela o monorigine e di ciò che vuole ottenere. Scegliendo la provenienza e l’aroma desiderati. È questa la coffee revolution che sta conquistando il mondo.
Al bar sotto casa, e a maggior ragione e sempre più nei locali d’alta gamma.
Abbiamo chiesto come si approccia questo target così particolare a Simona Colombo, Group Marketing and Communication Director Gruppo Cimbali. Che è il maggior produttore mondiale di macchine professionali per caffè espresso italiano. Il costruttore di Binasco (Milano) detiene una quota di mercato globale del 25% nel segmento delle macchine tradizionali attraverso i marchi LaCimbali e FAEMA.
“Alcune nostre macchine sono disegnate da studi importanti, che conoscono le tendenze dei clienti più esigenti. Comunque il lusso, ovunque nel mondo, ha esigenze simili, con una grande attenzione al dettaglio, ai materiali di qualità, all’estetica funzionale e innovativa”.
In questo senso va la riproposizione di dettagli vintage, come la leva. Uniti però a una tecnologia innovativa. Ma anche human centric, semplice e utile per l’operatore.
Il business con una macchina innovativa può essere aiutato in vari modi. “I gruppi indipendenti settati per diverse tipologie di caffè sono estremamente utili quando si propone un’offerta premium.
Senza contare il risparmio energetico che si ottiene mettendo in stand by i gruppi che al momento non vengono utilizzati. Questo adattando la macchina ai flussi dei clienti e ai vari momenti della giornata. Sia nei grandi bar sia in quelli con volumi decisamente più contenuti o in un ristorante, ad esempio”.
Poi ci sono servizio e formazione, cruciali quando la qualità si innalza. “Non vendiamo solo la macchina ma lavoriamo sulle esigenze di servizio, proponendo pacchetti creati ad hoc che includono servizio e manutenzione”.
In primo piano anche la tecnologia Iot, che consente di risolvere almeno parte dei problemi da remoto, velocizzandone la soluzione.
Certo, per fare un caffè non basta la macchina, ci sono anche i macinacaffè e macinadosatori. Come spiega Cristina Scarpa, Marketing Manager di Mazzer.
“Produciamo una gamma estremamente ampia di apparecchi in grado di rispondere alle esigenze dei diversi mercati. A HostMilano presenteremo un nuovo macinacaffè nato per lo specialty coffee ispirandosi al design di un modello prodotto nelle officine Mazzer di Venezia nel 1958.
L’apparecchio unisce quindi un gusto antico a una tecnologia all’avanguardia. Display LCD digitale con la possibilità per il barista di registrare vari settaggi di macinatura. Non manca un sistema di ventilazione e basso numero di giri per mantenere il caffè più fresco preservandone gli aromi in tazza. Infine il sistema digitale di calibrazione delle macine permette una macinatura ripetibile e accurata. Anche grazie a una regolazione che arriva al micron.
Bassa ritenzione per non perdere caffè e non mescolare origini diverse nella camera di macinatura”.