MILANO – La seconda tappa compiuta da Enrico Romano, titolare di C.B.C. di Roma e responsabile per CSC dei caffè indiani, Vittorio Barbera di Barbera 1870, Paola Goppion di Goppion Caffè e Andrea Matarangolo di Mondi Caffè ha preso il via con la piantagione di Fairland, nello stato di Karnataka (distretto di Kodagu), una realtà dell’area sud-occidentale del Paese.
Il caffè è prodotto da BBTC, nota per avere dato il proprio nome a una famosa varietà di arabica: la BBTC selection, tuttora molto usata in India.
Il rapporto con il responsabile di allora, Mr. Mike Sanyal, molto orgoglioso dei suoi prodotti, ha preso il via 18 anni fa. Lo sforzo di CSC fu di convincerlo a preparare un caffè adatto alle sue esigenze: un impegno che ha dato ottimi frutti.
Oggi BBTC fornisce un caffè lavato che cresce all’ombra nella fitta giungla indiana tra i 900 e i 1070 metri e viene selezionato a mano due volte.
In bocca è piacevole, dal gusto delicato di cacao che persiste nel retrogusto. È ideale da unire ad altri lavati per realizzare una miscela espresso.
A pochi chilometri è prodotto nuovamente da Bombay Burmah Trading Company nella piantagione denominata Raigode, un robusta di qualità Parchment AB che cresce tra 850 e 950 metri: è lavato, essiccato al sole e si distingue per l’assoluta pulizia e la mancanza di difetti.
In tazza offre corpo pieno e ricco che insieme alla bassa acidità lo rende perfetto per un moderato impiego in miscela da espresso.
Alla cura del caffè si accompagnano anche quella per l’ambiente e il risparmio energetico. Così BBTC ha realizzato un impianto per la produzione di biogas dal residuo di lavorazione delle ciliegie di caffè, con cui oggi produce il 70% circa dell’energia necessaria al funzionamento dei macchinari e al fabbisogno della piantagione.
L’obiettivo è di arrivare al 100% nell’arco di tre anni: probabilmente sarà il primo impianto al mondo a impatto zero.
Ovviamente anche qui non manca la curiosità (peraltro già lanciata qualche anno fa in Thailandia): si tratta del Black Ivory (avorio nero).
I chicchi di caffè robusta contenuti nelle ciliegie mangiate dai pachidermi sono espulsi dopo la digestione e raccolti, ripuliti e tostati per realizzarne estrazioni.
A differenza del blasonato (lo merita davvero?) kopi luwak, non gode di altrettanto favore da parte del mercato.
Il mondo CSC
Le torrefazioni che aderiscono a CSC sono Barbera 1870 – Messina; Blaser Café – Berna (CH); Caffè Agust – Brescia; Mondicaffè C.T.&M. – Roma; DiniCaffè – Firenze; Goppion Caffè – Preganziol (TV); Le Piantagioni del Caffè – Livorno; Musetti Caffè – Pontenure (PC).
Dalla sua nascita nel 1996 lo scopo di CSC è promuovere la qualità e la cultura del caffè di pregio, facendo fronte comune nella realizzazione di un prodotto di qualità superiore certificata.
I torrefattori che vogliono avere la certezza di approvvigionarsi di un prodotto di qualità superiore possono associarsi a CSC, che non acquista direttamente, ma organizza ed effettua i controlli necessari per garantire i migliori caffè, mettendoli a disposizione degli associati.
INFO
www.caffespeciali.it – pagina Facebook Caffè Speciali Certificati – CSC