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Inventò la macchina del gelato: chi è Procopio, il siciliano celebrato a Parigi?

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MILANO – Fu 321 anni fa, nel 1686, che Francesco Procopio dei Coltelli emigrò dalla Sicilia a Parigi. Lì, nella città della Lumière, aprì il primo caffè al mondo. Procopio fondò il più antico caffè di Parigi, chiamato Le Procope.

Nel XIX secolo soprattutto sarà molto in voga e preferito da molte personalità della politica e della cultura. Attualmente è stato trasformato in un ristorante (oggi in rue de l’Ancienne Comédie).

Un caffè che oltre ad essere un locale ben presto divenne centro di aggregazione della cultura.

Testimone della storia, questo caffè, oggi trasformato in ristorante, sorprendente per la decorazione segnata dagli eventi parigini che si sono svolti incantano ancora oggi chi lo visita.

Ma chi era Francesco Procopio dei Coltelli?

Noto anche come Procope (probabilmente nato a Palermo, il 9 febbraio 1651) fu un noto ristoratore, a cui viene attribuita la paternità del sorbetto, ovvero del gelato.

Alcune fonti riportano come luogo di nascita il paese di Acitrezza, ma l’origine palermitana è più probabile in quanto è stato recentemente ritrovato l’attestato di battesimo rinvenuto presso l’archivio parrocchiale della Chiesa di Sant’Ippolito situata nel quartiere Capo di Palermo.

Il battesimo fu celebrato il 10 febbraio 1651, giorno seguente alla sua nascita. Dal certificato di battesimo emerge che il vero cognome non era «Coltelli», bensì Cutò tipico cognome siciliano. Un simile malinteso è facilmente spiegabile se si considera che in francese la parola «coltelli» si legge proprio «cutò».

Un terza ipotesi, anch’essa verosimile, propende per la nascita a Palermo ed un periodo vissuto a Trezza, dove proprio grazie al commercio della neve dell’Etna (attività storicamente rilevante) Procopio avrebbe pensato il sorbetto.

Nel 1695 sposò nella chiesa di Saint Sulpice Marguerite Crouin dalla quale ebbe otto figli. L’atto di matrimonio consente di conoscere i nomi dei suoi genitori che furono Onofrio e Domenica Semarqua. Nello stesso anno ottenne la nazionalità francese.

Successivamente si risposò con Anne Françoise Garnier che gli diede quattro figli. Nel 1717 ormai anziano si ritirò dall’attività e l’anno seguente, avendo sposato Julie Parmentier, ebbe un altro figlio.

Oggi quel locale che raccoglie in se gran parte della storia parigina e non solo è un ristorante, forse il più apprezzato della capitale parigina, diretto magistralmente da Gilles Breuil. Quest’ultimo non è solo il direttore del ristorante, ma colui il quale è riuscito a Le Procope a mantenere l’atmosfera di un tempo comparandolo con le esigenze moderne.

Procopio utilizzò un’ invenzione del nonno Francesco, un pescatore che nei momenti di libertà si dedicava all’invenzione di una macchina per la produzione di gelato, la quale ne perfezionasse la qualità fino ad allora esistente.

Un giorno riuscì nel suo intento, ma ormai anziano decise di lasciarla in eredità al nipote. Procopio, tempo dopo, stanco della vita da pescatore prese la sua macchinetta e comincò a studiarla, fece diverse prove e alla fine decise di partire in cerca di avventura. Arrivò dopo tanti insuccessi, e successivi perfezionamenti fino a Parigi.

Scoprendo l’uso dello zucchero al posto del miele e il sale mischiato con il ghiaccio per farlo durare di più fece un salto di qualità e venne accolto dai parigini come geniale inventore.

Nel «suo» locale (in rue de l’ Ancienne Comédie), di fronte alla “Comédie Française” offriva: «acque gelate», (la granita), gelati di frutta, «fiori d anice», «fiori di cannella», «frangipane», «gelato al succo di limone», «gelato al succo d’arancio», «sorbetto di fragola», in una «patente reale» (una concessione) con cui Luigi XIV aveva dato a Procopio l’esclusiva di quei dolci.

Diventò il più famoso punto d’incontro francese. Voltaire, Napoleone, George Sand, Balzac, Victor Hugo frequentavano quel «Café», ancora oggi uno dei vanti di Parigi.

Giuseppe Martorana

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