giovedì 19 Dicembre 2024
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Toscaffè, quell’aroma di caffè che da trent’anni anni inebria Castelfranco

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CASTELFRANCO DI SOTTO (Pisa) – Nacque tutto quasi per scommessa. Come moto d’orgoglio, per dimostrare che si poteva lavorare nel settore anche con un’azienda piccola ma seria.

Una scommessa che Franco Bettalli lanciò esattamente trent’anni fa (era il 12 aprile’87) aprendo i battenti della sua torrefazione nel centro di Castelfranco.

Da allora il marchio Toscaffè ha mantenuto la dimensione artigianale, crescendo negli anni tra le insidie di un mercato sempre più monopolizzato dalla sola logica del prezzo.

«Il caffè era da sempre la mia passione — ricorda Bettalli — ma all’epoca avevo deciso di mollare.

Dopo 10 anni da barista avevo iniziato a fare il rappresentante per un’azienda con la quale non mi ero trovato bene, tanto da licenziarmi.

Non avevo problemi a trovare un altro lavoro, ma fu la mia famiglia, col consiglio di un ex collega e amico di Padova, a convincermi che potevo provare a mettermi in proprio».

La sfida era riuscire a ritagliarsi un mercato tra bar e ristoranti anche con una torrefazione a gestione familiare. È così che Bettalli aprì il laboratorio, con punto vendita annesso, nei locali di via Dante fino ad allora occupati dal negozio di alimentari Ivona.

«Quando mi presentai in Comune a Castelfranco mi stesero ponti d’oro — racconta — : in un paese pieno di solettifici e tacchifici una torrefazione era considerata un’attività da valorizzare. Del resto era anche l’unica di tutto il comprensorio. Per questo il Comune mi chiese di aprire in centro».

La necessità di locali più spaziosi, poi, convinse Bettalli a trasferirsi nell’attuale sede di via Mascagni nel 2002, occupando gli spazi dell’ex calzaturificio Il Capitano, dove da allora vengono eseguite tostatura, miscelazione e confezionamento.

Cinque gli addetti di Toscaffè: lo stesso Franco Bettalli, la moglie Lucia e al figlio Riccardo, insieme ai dipendenti Susanna e Stefano e ad alcuni collaboratori esterni.

Punto di forza, da sempre, la scelta meticolosa della qualità: «Per fare una buona miscela ci vogliono almeno 6 o 7 tipi di caffè — spiega Bettalli -: acquistando solo prodotti di qualità si abbassa il rischio di ottenere un prodotto che non funziona.

Per questo scegliamo personalmente le partite di caffè, cercando di non tenere conto del prezzo».

Il risultato è un prodotto che arriva in numerosi bar e ristoranti della Toscana, ma che è riuscito a ritagliarsi piccole fette di mercato anche all’esterno: dalla Corsica al Nord Europa.

«Dopo 30 anni — conclude — quello che dà più soddisfazione è vedere clienti che continuano a venire dal primo giorno che abbiamo aperto. Abbiamo ottenuto ciò che volevamo, cercando di offrire un buon servizio e rispettando la parola data».

Giacomo Pelfer

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