ROMA – Le uova e le colombe saranno squisite ma di certo costose: l’importo dello scontrino per la spesa pasquale aumenta del 4,5% rispetto allo scorso anno.
Secondo Codacons, l’associazione dei consumatori, i rincari coinvolgeranno tutti i prodotti tipici ma, nonostante gli aumenti, gli italiani non rinunceranno alla loro fetta di colomba: otto famiglie su 10 opteranno per un menu casalingo basato sulle ricette tradizionali.
La spesa stimata dall’associazione è di 1,1 miliardo di euro solo per il giorno di Pasqua, insomma, un trionfo di agnello, salumi e uova. In particolare, le uova di cioccolata saranno almeno 31,7 milioni e le colombe circa 27 milioni.
“La spesa delle famiglie per la le festa di Pasqua -spiega Carlo Rienzi, presidente di Codacons- subirà quest’anno un sensibile incremento rispetto al 2016, dovuto essenzialmente alla raffica di rincari che da inizio 2017 ha interessato il comparto alimentare, a causa del maltempo e delle speculazioni.
A pesare anche il caro-carburante, con effetti a catena sui prodotti trasportati e in generale sui listini al dettaglio”.
Sul fronte delle carni animali, il rincaro maggiore riguarda il coniglio: il prezzo cresce del +15% rispetto allo scorso anno.
A seguire spuntano l’abbacchio (+3%) e il salame corallina, tipico prodotto del Centro Italia (+4%). Passando dal secondo piatto al dolce, invece, il costo di un uovo di Pasqua medio aumenta del +7% e la colomba classica del +6%. L’importo della classica confezione da sei uova cresce del +2%.
“La causa – spiega Gianluca Di Ascenzo di Codacons – di questi rincari è riconducibile in parte al clima e al terremoto che ha coinvolto il Centro Italia nei mesi passati.
Le ripercussioni sono evidenti soprattutto sull’allevamento. Nelle grandi città, fortunatamente, si segnalano delle offerte sottocosto mentre l’attenzione dei consumatori ricade soprattutto sui prodotti umbri, marchigiani e abruzzesi, per supportare i territori maggiormente colpiti”.
Il rincaro delle uova pasquali è una conseguenza del crollo delle quotazioni del cacao, che genera una crisi economica nei maggiori produttori: Costa d’Avorio, Ghana, Indonesia, Nigeria, Camerun, Ecuador e Brasile. Solo l’Africa Occidentale e l’America Latina forniscono il 70% della produzione mondiale.
“Ancora una volta – conclude Rienzi – a vincere sarà la tradizione e gli italiani, nonostante i forti rialzi dei prezzi nel settore alimentare, non rinunceranno al classico pranzo di Pasqua in famiglia, malgrado la situazione attuale determinerà per le tasche dei consumatori un maggior esborso in media del +4,5% rispetto al 2016”.