MILANO – Fabrizio Rinaldi (nella foto sopra), giovane torrefattore romano con la passione anche per la scrittura, ci ha inviato la sua storia e quella della sua azienda.
Questa è la quinta e ultima puntata, le prime quattro possono essere trovate facilmente con la lente del cerca.
2016 – Febbraio 2017
E’ passato quasi un anno, da quando ho riposto nel cassetto la carta e la penna (ebbene sì, lo ammetto, scrivo ancora su carta, in fondo sono un nostalgico … sono un nostalgico su tutto, anche con il caffè, ed infatti a casa uso ancora una vecchia moka !) Scusate, mi sono dilungato con il discorso …
Ricominciamo.
E’ passato quasi un anno, da quando ho riposto carta e penna nel cassetto, finendo di raccontare la mia avventura di torrefattore.
Pensavo che ormai avrei definito il mio percorso di lavoro e non ci fosse più bisogno di tenere ancora un diario su cui menzionare tutti i miei passi. M
a quando un lavoro si trasforma in una passione, totale e tale da sconvolgere persino i tuoi piani di vita, allora ti rendi conto che c’è bisogno di ricordare, e raccontare, sempre, per tenere alta la fiamma.
Ci eravamo lasciati con l’immagine del mio laboratorio di torrefazione, nuovo di zecca, ospitato all’interno dei locali storici del Bar Pasticceria Rinaldi, a Ciampino, aperto dai miei genitori nel 1980. In questi dodici metri quadri (sono le dimensioni del mio laboratorio) sto esplorando un mondo pieno di sensazioni e assaggi, incontri ed eventi, che neppure un capannone sarebbe stato in grado di ospitare.
Qui ha sede la mia torrefazione e tutte le mattine il laboratorio è aperto anche al pubblico, per la vendita di caffè e cioccolato.
E’ in questo cantuccio che studio il caffè verde, lo respiro e lo sfioro con le mani, tosto il caffè e mi dedico alle curve di tostatura, è ancora qui che lo confeziono e lo vendo, preparo la spedizioni per i clienti che acquistano on line, catalogo il caffè e avvio la distribuzione ai vari locali che fornisco con i miei prodotti (senza dare attrezzature in comodato d’uso, questa è la regola !).
E’ qui che scrivo adesso la mia storia, ho incontri di lavoro e, insieme a mia moglie, elaboro strategie di mercato.
E’ qui che nasce Caffè Rinaldi, nel frenetico passaggio, tra l’altro, dello staff (quasi tutto di famiglia) che vive la giornata di lavoro nei locali storici del nostro bar pasticceria.
In questa bolla di vetro ho definito il catalogo della mia torrefazione, dove propongo caffè Arabica, diviso per paese di provenienza (Etiopia, Brasile, Cuba eccetera…) o selezionato per una miscela, esposto con un packaging innovativo, grazie anche alle bellissime etichette disegnate da un giovane artista, Andrea Giordano, su cui è indicata anche la piena tracciabilità del prodotto e la data di tostatura.
Qui affronto il caffè a 360 gradi, curando la vendita in tutti i settori: confezioni da 250g in grani, con un packaging ispirato alle micro torrefazioni del Nord Europa e di qualche importante realtà italiana confezioni da 250g macinato per Moka, proposto in tre tipi di miscela (Classica, l’unica in cui è presente una varietà di robusta, 100%Arabica e Speziata) confezioni da 500g e 1000g in grani, con o senza etichetta artistica, che uso in genere per la fornitura ai locali che servono il mio caffè.
Sempre qui, in questo squarcio di mondo, che ho tostato per la prima volta caffè di altissima qualità e con prezzi proibitivi, come un eccezionale Portorico Hacienda San Pedro, il controverso Kopi Luwak ed i ricercati Specialty Coffee, di cui tanto si sta parlando.
E’ ancora qui, dove sto scrivendo le pagine di questo diario, tra i sacchi di caffè ed un pc accesso, sintonizzato come sempre sulla home page del blog Ilcaffespressoitaliano a cui devo tanto e su cui mi informo, ogni giorno, per scoprire cosa accade nel mondo del caffè, sorridendo quando nella ricerca di un’informazione trovo un mio articolo.
Adesso, mentre nell’aria volteggia un aroma di caffè, io non vi nascondo che da Ottobre 2016, sempre tra queste semplici mura, ho dato inizio ad una nuova avventura, legata al mondo del cioccolato di produzione artigianale che viaggerà in parallelo a quello della torrefazione e di cui al momento non vi posso raccontare altro.
Per concludere, usando parole che sanno un po’ di poesia … Date vita ai vostri sogni e non vi stancate mai di credere in un mondo migliore, dove si potrà degustare, in ogni bar, un caffè di autentica qualità!
Marzo 2017
Saranno stati Tutti i paesi del caffè (una serie d’articoli scritti in esclusiva per il blog ilcaffespressoitaliano) o una naturale passione per il viaggio e la curiosità, a spingermi negli ultimi tempi verso la ricerca di molteplici sensazioni di gusto, verso un bisogno di capire le varie sfumature del caffè e di abbracciare il mondo in questa impresa.
Scritto in parole semplici, volevo capire le differenze fra un caffè brasiliano, ad esempio, ed uno indiano.
Capire in che modo queste meravigliose terre, in cui si produce e si coltiva caffè, possono offrire gusti ed aromi così straordinariamente intensi e differenti, grazie ai frutti raccolti da una splendida pianta.
E’ vero, ogni gusto è soggettivo, ma vi assicuro che dopo aver allenato il palato, riuscirete davvero a sentire delle note di tabacco in un caffè cubano, o un tono leggermente speziato in un Portorio di alta qualità e in diversi caffè indiani, riconoscerete il cacao amaro in ottimi caffè brasiliani ed un aroma selvatico, con note di frutta secca e miele, in un buon caffè etiope, ed un accento fruttato, e a volte vinoso.
Nei caffè Keniani e del Nicaragua, sentirete un sapore di montagna nei caffè d’altura del Nepal, e continuerete a sognare e ad emozionarvi grazie a nuovi eccellenti caffè che la natura ci saprà offrire.
Nel mio piccolo, ogni sabato mattina organizzo un evento di degustazione, all’interno del mio laboratorio di torrefazione, oppure è itinerante, in sale da tè e caffetterie, insieme ad un entusiasta gruppo di caffettuosi (una community di coffee lover) e avventori locali.
La bellezza di questi momenti è la condivisione e l’assaggio di diverse singole origini di caffè estratte in filtro e in espresso, raccontandoci poi le sensazioni che hanno lasciato. Non voglio entrare nei dettagli di queste conversazioni, ma solo suggerirvi di creare una stessa intesa con altri Coffee Lover come voi.
Per fare una buona degustazione ci vuole poco
Due-tre strumenti di estrazione (come una moka, un drip V60 o un ibrik), acqua in bottiglia con il giusto contenuto di sale, caffè in grani, da macinare al momento (o in alternativa già macinato), una bilancia, qualche tazza calda, buoni amici e tanta passione!
Emozioni nuove da raccontare
Ah, dimenticavo, se volete divertirvi un viaggio attraverso le meravigliose terre che producono caffè, scegliete per la vostra degustazione solo singole origini (ad esempio Brasile, Guatemala, Etiopia….) e preparate il palato e la mente, alla scoperta di emozioni nuove da racontare!