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Illy paga il Rapporto Mondiale sulla Felicità, classifica dei Paesi contenti

La Norvegia è il paese più felice, saltando tre posizioni dall'anno scorso e spodestando la Danimarca, che aveva tenuto il primo posto per tre degli ultimi quattro anni. Il rapporto è elaborato da Sustainable Development Solutions Network (SDSN) e sostenuto da una donazione triennale della Fondazione Ernesto Illy.

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NEW YORK, 20 marzo — Il World Happiness Report 2017– il Rapporto Mondiale sulla Felicitàche classifica 155 Paesi in base al loro livello di felicità, è stato pubblicato ieri alle Nazioni Unite nella giornata che celebra a livello mondiale la felicità: il World Happiness Day, sostenuto da una donazione triennale della Fondazione Ernesto Illy.

Il rapporto, il quinto pubblicato dal 2012, continua a guadagnare riconoscimenti a livello mondiale mentre governi, organizzazioni e società civile utilizzano sempre più gli indicatori di felicità per orientare le loro decisioni politiche.

Oltre alla classifica, la relazione di quest’anno include un’analisi della felicità sul luogo di lavoro e un approfondimento su Cina e Africa.

“Il Rapporto Mondiale sulla Felicità,” ha detto Jeffrey Sachs Direttore del Sustainable Development Solutions Network, “continua ad attirare l’attenzione mondiale sulla necessità di creare una saggia politica per ciò che conta di più per le persone – il loro benessere.

Come dimostrato da molti paesi, questo rapporto prova che la felicità è il risultato della creazione di solide fondamenta sociali. È il momento di costruire fiducia sociale e una vita sana, non pistole o muri. Responsabilizziamo i nostri leader verso questo fatto.”

La Norvegia è il paese più felice, saltando tre posizioni dall’anno scorso e spodestando la Danimarca, che aveva tenuto il primo posto per tre degli ultimi quattro anni.

A completare il resto della top ten sono, in ordine, Danimarca, Islanda, Svizzera, Finlandia, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Australia e Svezia. Gli Stati Uniti si classificano 14esimi, perdendo un posto dall’anno scorso.

Nonostante i recenti cali del prezzo del petrolio, di cui è ricca, la Norvegia ha comunque raggiunto il primo posto, dimostrando ancora una volta che la felicità dipende più da altri fattori che dal reddito.

“È un esempio perfettamente calzante,” ha detto il Professor John Helliwell dell’Università della British Columbia. “Scegliendo di produrre petrolio responsabilmente e investendo i profitti a beneficio delle generazioni future, la Norvegia si è protetta dai volatili saliscendi di molte altre economie di paesi ricchi di petrolio.

Questa enfasi sul futuro anziché sul presente è facilitata da elevati livelli di fiducia reciproca, obiettivi condivisi, generosità e buona gestione. Tutti questi elementi si trovano in Norvegia, così come negli altri paesi in cima alla classifica”.

Il Rapporto Mondiale sulla Felicità di quest’anno presta particolare attenzione alle fondamenta sociali della soddisfazione, in particolare per la felicità sul posto di lavoro.

“Le persone tendono a trascorrere la maggior parte della loro vita al lavoro, quindi è importante comprendere il ruolo dell’occupazione e della disoccupazione nel plasmare la felicità,” ha detto il Professor Jan-Emmanuel De Neve, Saïd Business School, Università di Oxford.

“La ricerca rivela che la felicità differisce considerevolmente attraverso lo stato di occupazione, il tipo di lavoro e i settori industriali. Le persone con ruoli ben retribuiti sono più felici, ma i soldi sono solo una delle misure predittive della felicità – l’equilibrio vita-lavoro, la varietà del lavoro e il livello di autonomia sono altri fattori rilevanti.

C’è una netta distinzione nella felicità tra i colletti bianchi e le tute blu, con i Manager o professionisti che valutano la qualità della loro vita a un livello molto superiore rispetto alle persone impiegate nei lavori manuali, anche dopo aver depurato eventuali possibili fattori di confusione.”

Il rapporto inoltre evidenzia i fattori personali che condizionano la felicità. Come il Professor Richard Layard sottolinea: ”nei paesi ricchi la più grande causa di infelicità è la malattia mentale”.

Il rapporto è elaborato da Sustainable Development Solutions Network (SDSN) e sostenuto da una donazione triennale della Fondazione Ernesto Illy. Viene editato dal professor John F. Helliwell dell’Università della British Columbia e il Canadian Institute for Advanced Research; dal professor Richard Layard, direttore del Well-Being Programme al Centre for Economic Performance della LSE; e dal Professor Sachs, direttore del SDSN.

“Siamo particolarmente orgogliosi di collaborare per la prima volta con SDSN e sostenere la produzione del Rapporto Mondiale sulla Felicità attraverso la Fondazione Ernesto Illy,” ha detto Andrea Illy, Presidente di illycaffé. “Ci sono molte ragioni per le quali questa partnership mi appassiona.

Poiché caffè e felicità vanno a braccetto, illy ha scelto di abbracciare l’idea di felicità fin dall’inizio. Il nostro motto ‘live HAPPilly’ risuona con l’eterna ricerca umana della felicità, che comprende quattro elementi: il greco ‘eudemonia’ (virtù & armonia); benessere; altruismo; e la prospettiva del futuro.

Illy da sempre promuove ‘il circolo virtuoso del caffè’, che apporta benessere ai consumatori, generando allo stesso tempo sviluppo sociale ed economico all’interno delle comunità produttrici. Questo importante mix di stile di vita sano e felice e sostenibilità generati dal caffè è centrale alla nostra scelta di sostenere il Rapporto Mondiale sulla Felicità.”

Come hanno fatto i rapporti precedenti, il Rapporto Mondiale sulla Felicità 2017 esamina le tendenze nei dati che registrano come le persone valutano la loro vita su una scala che va da 0 a 10. La classifica, che si basa su indagini in 155 paesi nel triennio 2013-2015, fornisce un punteggio medio di 5.1 (su 10). Sei variabili chiave concorrono a spiegare tre quarti della variazione annuale nei punteggi nazionali medi nel tempo e tra paesi: PIL reale pro capite, aspettativa di vita, avere qualcuno su cui contare, libertà percepita nelle scelte di vita, assenza di corruzione e generosità (tabella 2.1).

Il rapporto include i seguenti capitoli:

  • Le Fondamenta Sociali della Felicità Nel Mondo, di John Helliwell, Haifang Huang e Shun Wang
  • Crescita e Felicità in Cina, 1990-2015, di Richard A. Easterlin, Fei Wang e Shun Wang
  • “Aspettando la felicità” in Africa, di Valerie Møller, Benjamin Roberts, Habib Tiliouine
    e Jay Loschky
  • I Fattori Determinanti di Felicità e Disagio, di Andrew Clark, Sarah Flèche, Richard Layard, Nattavudh Powdthavee e George Ward
  • Felicità sul Lavoro, di Jan-Emmanuel De Neve e George Ward
  • Restituire la Felicità agli Americani, di Jeffrey Sachs
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