MILANO – Di solito gli amministratori delegati cercano di evitare polemiche con gli azionisti, specie su temi che non riguardano direttamente il business dell’azienda. Non è questo il caso di Howard Schultz, CEO di Starbucks, che ha dichiarato durante l’assemblea dei soci che non vuole i soldi di chi è contro i matrimoni gay.
Come è facile intuire, le dichiarazioni hanno attirato numerose polemiche, come molti che hanno criticato Schultz per “avere mischiato le sue opinioni con il business dell’azienda”.
Schultz durante l’assemblea ha sostenuto che Starbucks “appoggia le diversità di ogni tipo”, e ha aggiunto che chi è contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso dovrebbe vendere le sue azioni e investire altrove.
La polemica sarebbe iniziata dopo che un azionista, Tom Strobhar (fondatore del “Centro per l’Azione Morale delle Imprese”) ha dichiarato che dopo che l’azienda aveva apertamente sostenuto un referendum a favore dei matrimoni gay nello Stato di Washington, un boicottaggio degli oppositori di tale legge avrebbe portato ad un calo dei ricavi nello stato.
Alcuni giornali hanno riportato l’accaduto titolando che Starbucks sarebbe “contro chi supporta il matrimonio tradizionale“: anche questo modo di riportare la notizia è stato oggetto di critiche, dato che fa sembra che l’estensione di diritti alle coppie gay vada a ledere dei diritti delle coppie “tradizionali”, cosa che non è vera.