MILANO – Negli ultimi cinque anni la spesa alimentare delle famiglie ha perso costantemente «pezzi» per colpa della crisi; lasciando così per strada in media 2,5 miliardi ogni anno.
La situazione economica del Paese, con il suo carico di oneri aggiuntivi e disoccupazione in aumento, ha costretto gli italiani a «tagliare» mano a mano il budget per la tavola. Oggi ammonta a 117 miliardi complessivi (-9,6% dal 2008).
Budget per la tavola sempre meno nutrito
E la situazione diventa sempre più drammatica con gli acquisti in quantità dei beni alimentari crollati del 6,2% tendenziale. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori commentando l’Icc di Confcommercio di aprile.
“Vuol dire – spiega la Cia in una nota – che gli italiani mangiano sempre meno. Trovandosi in una condizione di sofferenza tale da ricordare i tempi di guerra.
D’altra parte -osserva la Cia- solo nell’arco del 2012 si sono spesi quasi 270 euro in meno a famiglia per la voce «cibo e bevande».
Non solo: se fino al 2008 il budget per la tavola rappresentava più di un quarto della spesa complessiva delle famiglie. Ora questa quota è andata riducendosi fino a toccare il 19 per cento del totale.
Basta aumenti del budget per la tavola
È chiaro, quindi, che in un contesto del genere non è pensabile aumentare l’Iva al 22 per cento a partire da luglio -aggiunge la Cia.
– questo rialzo, infatti, potrebbe tradursi a fine anno in un calo ulteriore di un punto e mezzo percentuale dei consumi alimentari, già sottoterra.
Senza contare le conseguenze su vino e spumanti, birra, caffè, bevande gassate e succhi di frutta
Tutti prodotti che sono coinvolti direttamente dall’aumento dell’imposta, e per i quali i consumatori dovranno «sborsare» in totale tra i 25 e i 30 milioni di euro in più.