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venerdì 22 Novembre 2024
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Angola – Produzione deludente a causa della siccità

Il fenomeno della siccità e gli anni di guerra prolungata, hanno influenzato negativamente l'economia angoliana

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MILANO – Procede a piccoli passi la ripresa produttiva in Angola. Prima dello scoppio, alla metà degli anni ’70, di un rovinoso conflitto interno durato 27 anni, questo paese dell’Africa australe fu uno dei massimi esportatori mondiali di caffè.

Angola: la situazione

Secondo l’Istituto nazionale del caffè, il raccolto 2013 sarà di circa 15mila tonn. In linea quindi con quello dell’anno scorso. Un risultato in parte deludente da imputarsi, in primo luogo, alla siccità. Un fenomeno che ha colpito le regioni meridionali causando una grave emergenza alimentare.

La quasi trentennale guerra civile

Un conflitto che ha devastato l’Angola e ridotto l’agricoltura a una dimensione di sussistenza. Lo stato sta facendo ora il possibile per far ripartire le attività primarie e diversificare l’economia, fortemente dipendente dall’export di petrolio.

Ma mancano le infrastrutture fondamentali

A cominciare dalle arterie di comunicazione, e va ricostruito un saper fare agricolo, che si è perso dopo decenni di conflitto.

Intuendo grandi potenzialità, il colosso vietnamita Thai Hoa Viet Nam Group è sceso in campo con una joint-venture, sottoscritta lo scorso anno, con il brasiliani di JN Brazil Angola e con il partner locale N’Gola M’zamba.

Scopo dell’operazione

Riabilitare 100mila ettari di piantagioni, di qui al 2022, beneficiando anche di una linea di credito fornita dal Brasile.

Nella prima fase – di qui al 2015 – gli interventi riguarderanno un totale di 6mila ettari comportando investimenti per 15 milioni di dollari.

Il primo importante progetto pilota di recupero nel settore caffeario in Angolia

E’ stato condotto, tra il 2006 e il 2008, nella provincia di Kwanza Sul, con il coordinamento dell’Ico. A finanziarlo, oltre al governo angolano, il Fondo comune per i prodotti di base (Cfc) e altri donatori.

La consulenza scientifica è stata fornita dall’Ong inglese Cabi (Centro per la bioscienza agricola internazionale).

Nell’arco di 3 anni, il progetto ha coinvolto 13 cooperative agricole e oltre 100 associazioni

Una vasta area abbandonata è stata suddivisa in lotti di dimensioni comprese tra i 2 e i 5 ettari, che sono stati assegnati a 4mila famiglie.

Alla riabilitazione agricola si è aggiunta la ricostruzione di case, scuole e ospedali, allo scopo di ricostituire il tessuto sociale andato distrutto.

I risultati sono stati sin qui molto positivi

Questo secondo il vice direttore dell’IstitutoCasimiro Cardoso. Negli ultimi 4 anni sono state vendute 2mila tonn all’anno di caffè sul mercato interno, realizzando guadagni apprezzabili.

Secondo Cardoso, gli investimenti stranieri nel settore del caffè sono destinati a crescere in futuro. In virtù del grande potenziale economico e umano dell’Angola.

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