MILANO – Ecco la sesta intervista ai vincitori usciti dal campionati italiani che si sono svolti al Sigep di Rimini: oggi parla Rubens Gardelli (FOTO Romedia sopra e sotto) tricolore Roasting.
Un’occasione rara per conoscere l’esperto di torrefazione più bravo d’Italia attraverso le sue parole.
Cristina Caroli, Communication Manager SCAItalia, commentando queste interviste ha sottolineato che “tutte le gare che vi stiamo raccontando dalla viva voce dei protagonisti sono state messe a punto da tutti i concorrenti, con grande studio e dedizione: forniscono nuovi spunti e sfide per gli appassionati e fanno crescere la curiosità e la voglia di avvicinarsi alla Specialty Coffee Association e ai suoi ideali di eccellenza.
“Un’esperienza fantastica”, conclude Cristina Caroli.
LA CARTA D’IDENTITÀ DEL CAMPIONE
NOME E COGNOME Rubens Gardelli
NATO A Forlì
IL 21 DICEMBRE 1977
Il suo motto: Be the change, pinkdifferent!!
IL SUO HOBBY NON A BASE DI CAFFÈ Adoro il cinema e sono appassionato di botanica, inoltre cerco di ritagliarmi un oretta, anche se non sempre mi è possibile, per correre. “Mens sana in corpore sano”
Come si è avvicinato a questa disciplina? Quando è scattato il colpo di fulmine con la tostatrice?
Convivo con l’aroma del caffè fin da quando ero piccolino, i miei genitori gestivano un bar tradizionale a Forlì e mia madre ha poi aperto una caffetteria, nel lontano ’97, nella quale ho lavorato dal 2002 per 4 anni, dopodiché ho iniziato a viaggiare. Proprio in uno dei miei viaggi sono rimasto affascinato da un locale ” Santa Barbara Roasting Company”, un bar con tostatrice annessa accanto al bancone. Al mio rientro in Italia ho deciso di rimanere a Forlì ed aiutare mia mamma con la caffetteria, ma allo stesso tempo ho intrapreso a studiare e ricercare quante più nozioni trovavo sull’argomento tostatura artigianale, interessandomi ed appassionandomi sempre di più. Ho così iniziato a tostare in una piccola macchina di rame, con la capienza di 250 grammi, scaldandola suI fornelli di casa; ho poi scoperto un sito californiano (Sweet Marias) che permette di acquistare caffè crudo selezionato, e da li, comprando piccole quantità di diverse origini, ho iniziato a scoprire nuovi aromi, sapori e luoghi di provenienza. Mi si è aperto così, un mondo nel quale ho trovato ispirazione e informazioni che sui libri non avrei potuto scovare. Ho poi deciso, con l’aiuto di un artigiano di Forlì, di realizzare da me la tostatrice, che uso tutt’ora, e intraprendere questo percorso.
Come si è migliorato, come ha appreso nozioni e tecniche, ha dei maestri o figure anche internazionali che alle quali si è che ha seguito fino ad arrivare al mondo delle gare?
Lavorando, può sembrare scontata come risposta ma, tostare è il mio lavoro principale. In questi 6 anni ho prodotto qualcosa come 6.000/7,000 cicli di tostatura, assaggiando il caffè che tosto, capendo cosa influenza ogni aspetto dalle tostata, ho appreso come e cosa modificare. Sono un autodidatta, ho letto molto, studiato, tostato e assaggiato, ma non ho maestri. Tuttavia esiste una figura che mi ha dato ispirazione ed è Tompson Owen, dell’azienda Sweet Marias.
Come ci si prepara ad una competizione di Roasting e quali sono le fasi focali delle gare?
Posso sembrare ripetitivo ma, la preparazione per la gara io la faccio durante tutto l’anno attraverso il mio lavoro, tenendo fresco ed attivo il mio cervello ogni giorno; tostando ed assaggiando ciò che tosto. La fase focale della competizione Roasting è, senza ombra di dubbio, il momento in cui si mette il verde a tostare; la tostatura è davvero la parte più importante della gara. Ma dato che il livello di preparazione dei concorrenti si è innalzato molto, ciò che fa davvero la gara, sono i dettagli più piccoli e che sembrano insignificanti; ovvero le gare, per esperienza personale, si vincono o si perdono per 1 punto o una frazione di esso. Io quest’anno ho perso un punto durante la fase Green Grading, perché ho messo un solo chicco su 4.000 nella categoria sbagliata, e questa categoria si differenzia da un’altra per un solo micro difetto sull’intero chicco (3 o più difetti è severe insect damage, mentre meno di 3 difetti è slight insect damage), queste sono le regole protocollo con le quali veniamo giudicati. Dico questo per far capire davvero che il livello dei concorrenti è molto alto.
Come si è trovato con gli altri concorrenti?
Sono tutti colleghi rispettabili ed alcuni di essi sono anche amici, non abbiamo quindi avuto problemi a confrontarci e quest’anno, devo essere sincero, il livello di conoscenza e professionalità di tutti i concorrenti è molto cresciuto rispetto agli scorsi anni.
Com’era l’atmosfera nel backstage?
Come detto prima siamo colleghi, l’atmosfera per questo era cordiale, è stata più una sorta di confronto e condivisione della propria conoscenza in cui ci si aiutava e si esprimevano liberamente le proprie impressioni, soprattutto in fase di assaggio. Certamente il giorno della premiazione la tensione si è fatta sentire, ma il clima non è variato più di tanto.
RIMINI 2017: Il momento brutto che ha superato.
Nella gara roasting, quando mi sono reso conto che la mia tostata migliore era la seconda, ma ahimè non avevo più tempo per farla raffreddare e insacchetterla, così ho consegnato la prima tostata che avevo previdentemente insacchetato non appena si è raffreddata.
RIMINI 2017: Il momento bello che non dimenticherà mai.
La mia vittoria della gara Roasting.
Pensava di vincere?
Speravo di vincere.
A chi vuole dire grazie?
Il mio grazie va chi mi supporta e sopporta ogni giorno e mi permettere di andare avanti con la mia passione, forse folle, per quello che è il mio lavoro. Senza il sostegno della mia famiglia, di chi mi ama, del mio team, dei miei amici, non potrei sicuramente essere dove sono ora, comprendo che possa non essere facile starmi accanto a volte, e li ringrazio per questo. Un ringraziamento va anche a coloro che organizzano le gare permettendoci ogni anno di metterci alla prova e di migliorare.
C’è qualche campione internazionale che ammira in particolare, e che spera di incontrare personalmente nel suo viaggio per il mondiale, per scambiare opinioni e magari e tornare con il fatidico selfie?
Dmitri Boroday.