LUGANO, Svizzera – Parliamo di differenti modi di vivere il caffè. Durante la giornate, pensiamo alla fatidica pausa-caffè.
Gli svizzeri sul posto di lavoro bevono più di 4,5 milioni di caffè al giorno (per un totale di 150 milioni di litri all’anno). In testa alla classifica dei “dipendenti dalla caffeina” non ci sono – come molti pensano – i ticinesi.
L’avreste mai detto che gli italiani si concedono meno tempo degli svizzeri per il caffè?
Lugano, simile all’Italia ma non del tutto
Lugano è nostra vicina prossima. Ci si aspetta che i consumi siano più o meno gli stessi. La distanza geografica è poca. Da Milano si arriva persino in pullman. Tranquillamente ci si potrebbe sentire italiani.
Ma non è proprio così. Non per quanto riguarda il rituale del caffè.
Le abitudini della vicina Italia non hanno infatti contagiato i cittadini a Sud delle Alpi, che si piazzano nella parte bassa della lista.
Lugano è Svizzera. Dove si amano i bar
I dati raccolti da Selecta (azienda elvetica che produce distributori automatici) mostrano che nel cantone italofono i lavoratori nelle pause preferiscono fare un salto al bar. Non sfruttano le macchinette automatiche aziendali.
I bevitori più incalliti, con 2,28 tazzine giornaliere per persona, sono i sangallesi, seguiti dagli zurighesi.
Gli italiani sono di fretta. Vogliono la praticità del vending machine. Gli svizzeri si concedono un Espresso con più calma.
Corto, lungo o espresso?
I latini (svizzera romanda e italiana) prediligono gli espressi o i ristretti. Gli svizzero-tedeschi privilegiano dosi decisamente più abbondanti. La tendenza comune un po’ a tutti, invece, è quella del “coffee to go”, ovvero del primo caffè della giornata bevuto nel tragitto casa-ufficio.
In Svizzera, il caffè fa un po’ da spartiacque. Diventa una questione di nazionalità. Tuttavia, una cosa resta essenziale. Che sia nelle macchinette oppure preso al bar, il caffè dev’esser buono. Una pausa-caffè non può essere tale senza un espresso come si deve.
