BOLOGNA – Secondo le rilevazioni di Nomisma targate gennaio 2017, i prodotti naturali non arrestano la loro crescita esponenziale, raggiungendo un valore di 3 miliardi di euro ed entrando, almeno una volta l’anno, in sette case su dieci.
Le associazioni di categoria sono ottimiste: a vele spiegate verso il 20% del mercato
Non si ferma la crescita del settore biologico italiano, che negli ultimi due anni ha messo a segno un aumento del 44%.
Crisi o non crisi, i prodotti alimentari naturali conquistano sempre più italiani, come ha sottolineato la ricercatrice di Nomisma Silvia Zucconi nel corso del convegno “Biologico, un mercato sicuro” svoltosi alla fiera Marca di Bologna.
Ma ecco altri numeri
Nel 2016, in Italia, tutto il comparto bio ha raggiunto un valore di 3 miliardi di euro. In aumento anche le esportazioni, che hanno toccato il valore di 1,6 miliardi. Tra i prodotti più gettonati – come da tradizione – caffè, tè e cacao.
«Nel 2000 il biologico era davvero una nicchia», ha detto Zucconi, «con solo lo 0,7% del mercato. Oggi siamo a quota 3%».
Secondo Nomisna il consumatore-tipo del biologico abita in centro Italia, ha un titolo di studio elevato e un reddito medio/medio-alto.
In quattro anni, comunque, è schizzato in alto di ben 21 punti l’indice di penetrazione nelle famiglie: si è passati dal 53% del 2012 al 74% del 2016, con un aumento di 1,2 milioni di famiglie che hanno effettuato almeno un acquisto nel corso di dodici mesi.
Per Roberto Pinton, segretario di Assobio, la quota del 20% del mercato è a portata di mano «in un arco di tempo breve, anche perché i più sensibili sono i giovani, che poi si portano avanti l’abitudine anche in età adulta».
Trend positivo confermato anche da Vladimiro Adelmi di Coop Italia ha confermato il trend di crescita: tra i prodotti più richiesti, le confetture bio (+84% lo scorso anno) e la frutta secca, con un valore di oltre 24 milioni di euro. Buona performance, con ampi margini di sviluppo.
Anche per le verdure di quarta gamma con 21 milioni. Il presidente di Assobio, Roberto Zanoni, ha lanciato l’idea di una commissione, un organismo indipendente che possa monitorare i prezzi dei prodotti biologici alla produzione, interfacciandosi con i distributori e con le catene dei supermercati e dei negozi specializzati.
«Il lavoro della commissione dovrebbe essere di far accendere la lampadina davanti a un prodotto biologico dal prezzo troppo basso, per evitare problemi che destabilizzano il mercato. Il biologico vero va tutelato».
Gabriella Meroni