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POS, che cosa succede se il barista ne è sprovvisto e il cliente non ha contanti?

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MILANO – Da ben due anni oramai, è entrata in vigore la legge, che obbliga tutti gli esercenti commerciali e tutti i professionisti, ad essere in possesso del POS, ossia lo strumento che permette il pagamento della merce o dei servizi acquistati tramite bancomat o carte di credito.

Ma chissà a quanti di noi, nonostante i provvedimenti di governo, sarà capitato di vedersi rifiutare il pagamento con carte elettroniche.

Di certo questo non succede nella città di Sondrio, provincia lombarda, la quale è stata proclamata recentemente, la città dei POS per eccellenza. La notizia, riportata dal quotidiano il Sole 24 Ore il 10 gennaio 2017, a quanto pare, stenta ad essere da esempio per molti commercianti e professionisti.

Cosa prevede la legge

A partire dal 2014, il Codice di Consumo, prevede che ogni esercente/professionista debba obbligatoriamente essere in possesso di un POS.

Tale normativa è stata ulteriormente ribadita e rafforzata dalla Legge di Stabilità 2016, approvata sotto il governo Renzi. Dapprima, l’obbligo riguardava solo la carta bancomat, ma con l’inizio del 2016, l’obbligo è passato anche alle carte di credito.

L’esercente o il professionista dunque, si trovano nella posizione di essere in obbligo verso il cliente, di favorirgli i loro servizi, anche tramite pagamento elettronico e non solo in contanti.

Sostanzialmente, il cliente che si presenti presso un’attività commerciale con carte elettroniche, può tranquillamente accedere ai servizi di questa, senza la preoccupazione di avere portato o meno con se dei contanti.

Ma cosa succede se l’esercente/professionista è sprovvisto di POS?

Il cliente che intenda recarsi presso un’attività commerciale e pagare la merce ed i servizi di questa, tramite carte elettroniche, senza portare seco contanti, è perfettamente in linea con quanto previsto dalla legge. Non lo è invece il proprietario dell’attività che rifiuta la carta elettronica e chiede forzatamente il pagamento in contanti.

Visto quanto previsto dalla legge, con questo comportamento, di fatto l’esercente o il professionista che sia, nega i suoi servizi all’utente, commettendo così due illeciti: il mancato possesso del POS e la negazione dei servizi all’utenza.

Come deve comportarsi il cliente?

Essendo il cliente munito di carta elettronica e quindi nella posizione di poter effettuare il pagamento, il proprietario non può negargli i suoi servizi, ma deve permettere all’utente di andarsene senza pagare gli acquisti/servizi mettendo in atto nei confronti di questo, un credito.

Ovvero, il cliente si recherà successivamente presso l’attività commerciale per effettuare il pagamento, o potrà se riterrà, mandare una persona di sua fiducia.

Tali condizioni per i pagamenti sopra esposte, riguardano anche quelle situazioni, nelle quali l’esercente ha un POS, ma che per diversi motivi potrebbe essere fuori uso: il POS non funziona, ma i comportamenti di esercente e cliente devono essere gli stessi da mettere in atto in caso di mancanza dello stesso.

Ricordiamoci che il tetto fissato per legge, al di sotto del quale l’esercente non è obbligato ad accettare pagamenti elettronici è di 5 euro.

Pertanto, per acquisti sotto questa somma, l’esercente potrà richiedere al compratore, il pagamento in contanti.

Paola Confalonieri

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