ANAGNI, Frosinone – “Adesso sappiamo chi sono i responsabili del black out che giovedì scorso ha fermato la produzione della mia fabbrica lasciando cinquanta dipendenti senza lavoro.
Ho sporto denuncia ed ora attendo con ansia che la giustizia faccia il proprio corso per ricominciare a lavorare e dare lavoro.”
Queste le parole di sfogo di Vincenzo Izzo, amministratore unico della Gruppo Izzo srl, ovvero l’industria di caffè, originaria della Campania ma da due anni presente con la sede operativa proprio in via Morolense ad Anagni. Tentato furto ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Queste le nuove accuse che, l’amministratore unico della gruppo Izzo srl, ha formalizzato sabato pomeriggio presso la compagnia dei carabinieri della città dei papi, ai danni della ditta C.e.s.i.a.r srl rappresentata da Luigi Olivieri.
Accusa formulata a seguito dell’allarme lanciato da un collaboratore della Izzo caffè sabato mattina.
L’uomo infatti si era accorto che due operai stavano danneggiando la cabina elettrica. Da qui è scattato l’allarme ai carabinieri che sono prontamente intervenuti sigillando la cabina stessa e ponendola di fatto sotto sequestro.
Il legale della Izzo aveva presentato infatti un’istanza al giudice proprio per il sequestro di quest’ultima dal momento che, il rappresentante della C.e.s.i.a.r srl, aveva intimato alla Izzo di interrompere l’erogazione dell’elettricità per giungere alla demolizione completa della cabina proprio sabato 28 gennaio.
Tra i due imprenditori, i cui stabilimenti sono confinanti lungo via Morolense a ridosso dell’ex stabilimento Videocon, con tanto di cabina elettrica in comune, c’è un contenzioso in corso, dal momento che Izzo ha formulato anche, qualche mese fa, un’accusa di estorsione ai danni di Olivieri.
Tutto è in mano alla magistratura. Da quel momento intanto si susseguono gli episodi di provocazione nei riguardi del gruppo Izzo.
La Cabina elettrica risulta di proprietà dell’uno (Olivieri) con servitù da parte dell’altro (Izzo). Una cabina elettrica che, in sintesi, serve l’intera fabbrica di caffè ed i cui cavi, e relativa apparecchiatura, risultano di proprietà della Izzo.
Cabina che, inoltre, da giugno scorso, è rimasta accessibile solo alla ditta di Olivieri. La stessa ha provveduto a cambiare le serrature, come si evince dalla denuncia inoltrata dal sig. Vincenzo Izzo per la quale si attende a giorni una pronuncia da parte dell’autorità giudiziaria interessata.
Intanto, da quel momento fino ad oggi, al personale della fabbrica di caffè, è stata di fatto negata la possibilità di accesso alla cabina stessa.
Motivo per il quale davanti al blackout di giovedì scorso neanche i tre operai dell’Enel, tempestivamente intervenuti su chiamata del titolare della Izzo, hanno potuto effettuare il sopralluogo necessario a verificare la natura dello stesso, rivelatosi successivamente estraneo a cause Enel.
Il contenzioso in corso sta creando seri problemi alla fabbrica del gruppo Izzo che resta ferma, come dicevamo in precedenza, sia nella produzione di caffè che in quella delle macchine professionali con gruppo a leva.
L’azienda, che esporta in tutto il mondo il proprio prodotto ricevendo anche clienti esteri, attende quindi una pronta ripresa nella speranza che la giustizia faccia il suo corso”.