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venerdì 22 Novembre 2024
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Benevento, la libraia che offre un caffè per vincere la battaglia di genere

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BENEVENTO – Un libro di scienze raramente diventa un regalo per una bambina. Quando la libraia Filomena Grimaldi li propone ai suoi clienti, riceve sempre la stessa risposta: “No, non va bene: è una femminuccia” e le chiedono le classiche fiabe sulle principesse.

Così ha creato una formula singolare: un caffè che vale un diritto. In un cartello appeso tra gli scaffali promette una tazzina di caffè a chi acquista libri scientifici per le bambine, rompendo la salda consuetudine che li vuole esclusi dalle letture per le più piccole.

Nella sua libreria “Controvento” di Telese Terme, in provincia di Benevento, Filomena prova a infrangere paletti letterari e di genere per difendere i diritti delle future donne.

“Questa è semplicemente una piccola provocazione” spiega la libraia. L’iniziativa, lanciata da sua sorella che ha esposto il cartello, è nata quasi per gioco.

Postata anche su Facebook, la foto è stata condivisa più di 5.000 volte, registrando il supporto anche di altri librai e bibliotecari che si sono ritrovati nella medesima situazione.

Eppure la scintilla è partita da un moto di indignazione che ha coinvolto entrambe le donne.

“Ho lavorato in diverse librerie in Toscana, Umbria e Lombardia – racconta Filomena Grimaldi – e ovunque avevo difficoltà a suggerire per una bambina un libro sulla natura o che parlasse di animali.

È un problema a Nord come a Sud Italia, ma non all’estero

A Londra, dove vivono mia sorella e la mia nipotina, i bambini e le bambine sono esposti ad ogni genere di stimolo culturale”.

Oltre ai comportamenti dei clienti in libreria, a far scattare in Filomena la riflessione e la voglia di sensibilizzare su questa tematica c’è anche l’aver sperimentato sulla sua pelle letture negate.

“A 30 anni – racconta – sono rimasta affascinata da un libro sulla storia dei pirati e mi sono chiesta: “Possibile che mi è arrivato sotto il naso solo ora?” Se fossi stata un maschio sicuramente avrei ricevuto questo libro da piccolo”.

Ciò che più l’ha sorpresa è constatare che le prime a distinguere tra libri per sole femmine e per soli maschi sono perlopiù proprio le donne: mamme, zie, nonne che limitano l’orizzonte culturale delle piccole anche in base al colore della copertina.

“È un fenomeno talmente addentro la quotidianità – spiega la libraia beneventana – che, in parte è voluto, ma in parte anche inconscio. Proprio per questo non si va più a fondo al problema”.

È allora che entra in gioco lei: “Quando arrivano dei clienti con cui sono un po’ in confidenza faccio notare: “Quella bambina potresti essere tu”.

Allora si fermano a riflettere e osservano i libri con sguardo più aperto. Ci vantiamo tanto di Samantha Cristoforetti – aggiunge – ma se è arrivata a essere un’astronauta probabilmente avrà ricevuto stimoli culturali che le hanno permesso di scegliere questa strada”.

C’è anche un pregiudizio opposto

Così come per una bambina sono ritenuti inadatti libri su animali, navi ed esplorazioni allo stesso modo per i bambini sono off limits volumi di cucina, pittura o favole con protagoniste femminili perché non hanno diritto alla tenerezza.

“Devo stare attenta anche quando impacchetto il libro” fa notare Grimaldi. “Se il fiocco è arancione ed è per un maschio mi chiedono di cambiarlo in verde o blu”.

Filomena Grimaldi non ha dubbi su quale sia lo strumento per vincere queste discriminazioni di genere: la scuola. “È veramente il luogo delle opportunità per tutti”.

Da libraia ha deciso comunque di fare la sua parte organizzando laboratori con gruppi di lettura per bambini che esploreranno il mondo in miniatura visto dal telescopio e ascolteranno la storia delle grandi scienziate direttamente dalla voce di autori scientifici.

Una piccola sfida la libraia l’ha già vinta

“Sono venuto per il caffè” si è sentita dire qualche giorno fa da uno zio di una piccola lettrice. Per lei ha acquistato un libro sugli esperimenti da fare con comuni oggetti presenti in casa e un’enciclopedia sulle cavità naturali. La catena è spezzata, ora tocca continuare.

Paola Corona

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