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lunedì 25 Novembre 2024
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Scoperto perché l’abuso di zucchero può azzerare i geni della longevità

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MILANO – Che abusare con lo zucchero faccia male all’organismo non è di certo una novità, ma secondo quanto è emerso da un nuovo studio, sembra che una dieta ricca di zuccheri possa aumentare il rischio di morte prematura.

Ebbene sì, secondo quanto è emerso dalla ricerca in questione, sembra che una dieta ricca di zuccheri possa aumentare i rischi di morte prematura resettando i geni chiave per la longevità e c’è ancora di più, ovvero gli effetti dannosi di questa dieta sembrano persistere anche se ad un certo punto questa viene abbandonata per passare ad un’alimentazione sana.

E’ questo quanto sostanzialmente emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’University College di Londra e pubblicato poi sulla rivista Cell Reports.

I ricercatori nello specifico sembra abbiano effettuati degli esperimenti su un campione di moscerini della frutta che secondo quanto riferito, pare condividano con l’uomo, proprio il gene della longevità.

I ricercatori, dunque, hanno diviso il campione di moscerini in due gruppi, e nello specifico al primo gruppo è stata somministrata per una durata di tre settimane un’alimentazione a base di zuccheri per poi passare ad una dieta più sana in cui la percentuale di zuccheri era veramente molto bassa.

Per quanto riguarda il secondo gruppo, invece, è stata somministrata loro un’alimentazione sana e scarsa di zuccheri ed i risultati sono stati davvero sorprendenti.

I moscerini appartenenti al primo gruppo ovvero quello ai quali è stata somministrata una dieta ricca di zuccheri sono invecchiati più velocemente ed ancora pare siano morti prima rispetto agli altri esemplari appartenenti al secondo gruppo.

I ricercatori, a tal riguardo hanno dichiarato: “Anche se condotto sui moscerini, lo studio ha ricadute potenzialmente importanti anche per gli esseri umani perché il gene della longevità coinvolto è presente e attivo anche negli uomini”.

Dunque, lo studio in questione risulta essere molto importante perché ha permesso di scoprire come una dieta ricca di zuccheri non fa altro che riprogrammare geni importanti per l’aspettativa di vita, riducendo l’attività di un gene chiamato FOXO il quale è risultato coinvolto anche nella longevità umana.

“La storia nutrizionale ha effetti durevoli sulla salute. Noi pensiamo che la riprogrammazione dei geni degli insetti causata dalla dieta ricca di zuccheri possa verificarsi in altri animali.

Non sappiamo se questo accade nell’uomo, ma potrebbe”, ha dichiarato il primo autore della ricerca, Adam Dobson.

Anche diversi studi precedenti hanno dimostrato che una dieta troppo ricca di zuccheri non fa altro che triplicare i rischi di morte per malattie cardiache, mettendo a repentaglio la vita.

La soluzione? Prediligere un’alimentazione scarsa di zuccheri e preferibilmente scarsa di grassi, aumentando la quantità di frutta e verdura.

I sostituti dello zucchero

Dotati di sapore dolce sono anche certi composti naturali appartenenti alla categoria dei polialcoli, quali il sorbitolo (presente naturalmente in alcuni frutti), lo xilitolo e il maltitolo.

Questi composti, avendo un potere calorico inferiore a quello degli zuccheri ed essendo meno fermentescibili, sono stati impiegati al posto dello zucchero comune per realizzare alcuni prodotti ipocalorici (alimenti e bevande “light” o “senza zucchero”) e allo scopo di prevenire la carie.

Anche vari altri composti, artificialmente prodotti e dotati di un forte potere dolcificante (da 30 a 500 volte quello dello zucchero), vengono impiegati per dolcificare alimenti e bevande ipocaloriche, in quanto, alle dosi usate, risultano praticamente privi di potere calorico (ciclamati, aspartame, acesulfame, saccarina).

Va sottolineato che il consumo dei sostituti dello zucchero, pur se ormai entrato nell’uso corrente, non è affatto indispensabile, neppure nei casi in cui si seguano regimi ipocalorici per la riduzione del peso.

Infatti l’uso di questi edulcoranti non permette da solo di ridurre il peso corporeo se non si diminuisce la quantità totale di calorie introdotte con la dieta e non si aumenta l’attività fisica.

In ogni caso, pur se sostanzialmente innocui nelle dosi consentite dalla normativa vigente, gli edulcoranti sostitutivi dello zucchero possono avere limitazioni d’uso, per cui ne vanno controllate sia la presenza sia le eventuali controindicazioni attraverso la lettura dell’etichetta.

Il loro uso è comunque sconsigliato fino al 3° anno di età e durante la gravidanza e l’allattamento. Particolare attenzione va riservata ai bambini di età superiore ai 3 anni, ai quali l’eventuale somministrazione di prodotti contenenti dolcificanti deve essere fatta con cautela.

False credenze sugli zuccheri

  1. Non è vero che il consumo di zuccheri provochi disturbi nel comportamento del bambino. Approfonditi studi hanno smentito l’ipotesi che lo zucchero (saccarosio) provochi alterazioni del comportamento, quali iperattività. Inoltre, il consumo dello zucchero non ha influenza sulle capacità di apprendimento.
  2. Non è vero che il valore calorico e le caratteristiche nutritive dello zucchero grezzo siano diverse da quelle dello zucchero bianco. Lo zucchero grezzo (che si ricava sia dalla canna da zucchero che dalla barbabietola) è semplicemente uno zucchero non totalmente raffinato: le differenze di colore e sapore dipendono dalla presenza di piccole quantità di residui vegetali (melassa) che non vantano particolari significati nutrizionali.
  3. Non è vero che i succhi di frutta “senza zuccheri aggiunti” siano privi di zuccheri. Contengono comunque gli zuccheri naturali della frutta – saccarosio, fruttosio e glucosio – nella misura dell’8-10% e quindi forniscono circa 70 kcal per bicchiere (200cc).
  4. Le caramelle “senza zucchero”, in quanto dolcificate con polialcoli (sorbitolo, xilitolo, e maltitolo), inducono un effetto lassativo nell’adulto quando il loro consumo supera 20 g/giorno, pari a circa 10 caramelle.
  5. Non è vero che i prodotti “light” o “senza zucchero” non facciano ingrassare e quindi possano essere consumati liberamente. Molti di questi prodotti apportano calorie anche in notevole quantità. Leggi attentamente l’etichetta nutrizionale e ricordati che l’uso di questi alimenti induce un falso senso di sicurezza che porta a consumare quantità eccessive sia degli alimenti “light” che degli alimenti normali.

Zuccheri e salute

In passato era stato ipotizzato che esistesse una correlazione diretta tra consumo di zuccheri e insorgenza di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Queste ipotesi sono state in seguito smentite da studi successivi e da indagini più approfondite.

Rimane però valida la considerazione che un consumo troppo elevato di zuccheri può portare a un regime dietetico squilibrato e/o eccessivo sotto il profilo energetico, tale da facilitare l’eventuale comparsa delle malattie sopra indicate.

Come comportarsi?

  • Modera il consumo di alimenti e bevande dolci nella giornata, per non superare la quantità di zuccheri consentita.
  • Tra i dolci preferisci i prodotti da forno della tradizione italiana, che contengono meno grasso e zucchero e più amido, come ad esempio biscotti, torte non farcite, ecc.
  • Utilizza in quantità controllata i prodotti dolci da spalmare sul pane o sulle fette biscottate (quali marmellate, confetture di frutta, miele e creme).
  • Limita il consumo di prodotti che contengono molto saccarosio, e specialmente di quelli che si attaccano ai denti, come caramelle morbide, torroni, ecc. Lavati comunque i denti dopo il loro consumo.
  • Se vuoi consumare alimenti e bevande dolci ipocalorici dolcificati con edulcoranti sostitutivi, leggi sull’etichetta il tipo di edulcorante usato e le avvertenze da seguire.

La caratteristica principale e più evidente degli schemi alimentari consigliati nella terapia del diabete è la limitazione degli zuccheri semplici in generale e l’esclusione dello zucchero comune (saccarosio), per il suo effetto iperglicemizzante.

Fortunatamente oggi l’industria alimentare propone una vasta gamma di prodotti alternativi allo zucchero, in grado di soddisfare il desiderio di cose dolci senza determinare brusche variazioni di glicemia.

Si tratta di prodotti di sintesi che pertanto devono essere consumati con moderazione nonostante il loro basso potere calorico.

Possono essere classificati in due grandi gruppi: dolcificanti intensivi masse edulcoranti I più conosciuti tra i dolcificanti appartenenti al primo gruppo sono l’aspartame e la saccarina.

L’aspartame ha un potere calorico pari a quello dello zucchero (circa 4 Kcal per grammo), ma un potere dolcificante 200 volte superiore.

Pertanto viene utilizzato in quantità così piccole da non influenzare i valori glicemici. Può essere impiegato per rendere dolci bevande calde o fredde perché ha il vantaggio di non lasciare retrogusto.

Il suo grosso limite è la labilità alle alte temperature per cui non può essere usato nella preparazione di prodotti che richiedono cottura. La saccarina ha un potere dolcificante 500 volte superiore a quello dello zucchero.

Può essere utilizzata anche ad alte temperature senza subire alterazioni. Al suo potere edulcorante è però associato un retrogusto metallico, talora poco gradito.

Entrambi questi prodotti cosiddetti dolcificanti intensivi mancano però di volume, di massa, particolarmente importante nella preparazione di dolci, quali torte e brioche.

Per ovviare a questo problema sono a disposizione in commercio dolcificanti con volume pari a quello dello zucchero ma con un minor potere calorico: le masse edulcoranti.

Tra questi il più conosciuto è il fruttosio, che avendo un potere dolcificante quasi doppio rispetto a quello dello zucchero comune può essere impiegato con maggior tranquillità.

Non ha controindicazioni particolari, non lascia retrogusto, ma la sua assunzione deve essere valutata con attenzione, perché al contrario dei dolcificanti precedentemente descritti, praticamente acalorici, fornisce calorie e influenza comunque la glicemia.

La soluzione ottimale è quella di utilizzare quotidianamente aspartame o saccarina per dolcificare le bevande e riservare l’impiego del fruttosio (in quantità controllate) nella preparazione di dolci cotti che dovranno essere consumati saltuariamente.

In questo modo è possibile conservare il piacere di gustare un buon dolce, evitando di eccedere la quantità di calorie e di determinare bruschi innalzamenti di glicemia.

Manuela Rizzo

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